TSO – Trattamento Sanitario Obbligatorio. È questo il motivo del botta e risposta tra Forza Italia e il Comune di Firenze in merito alle vicende del cosiddetto “bullo di via Baracca”, che in questi giorni occupa le cronache cittadine ed anche oggi, a causa di nuovi episodi, ha provocato l'ennesimo intervento delle forze dell'ordine.
Nel pomeriggio Jacopo Cella e Marco Stella (rispettivamente capogruppo in Comune e capogruppo in Regione Toscana per Forza Italia) avevano diffuso un comunicato dove invitavano il Sindaco Nardella a “pensare ad amministrare la città, e in particolare i quartieri lasciati da anni in uno stato di degrado e abbandono come Novoli”, invece di annunciare “iniziative buone solo per avere qualche titolo sui giornali”. L'invito in merito all'annuncio di Nardella che sta valutando la costituzione di parte civile del Comune di Firenze sulla vicenda del 38enne romeno di via Baracca.
“Nardella, da sindaco - spiegavano Stella e Cellai - avrebbe dovuto innanzitutto disporre il TSO per questo soggetto. Ma in generale, sarebbe stato suo compito prestare attenzione alle situazioni di palese degrado del quartiere: prostitute sui viali, spaccio ai giardini di via Baracca, episodi ripetuti di criminalità. Invece – concludevano – quella zona è stata lasciata a se stessa, trattata da quartiere di serie B. Non è mai troppo tardi per correre ai ripari e creare un vero assessorato alla Sicurezza, come Forza Italia chiede da anni, inascoltata”.
Poche ore dopo la replica dell'Assessore alla Sanità del Comune Sara Funaro: “Stella e Cellai parlano di TSO senza sapere cosa dicono: affermare che il sindaco avrebbe dovuto disporre il trattamento sanitario obbligatorio per l’uomo che da giorni compie molestie e atti vandalici a Novoli – afferma Funaro – è la palese dimostrazione che non sanno proprio come si arriva all’emissione del provvedimento. Il TSO non lo decide il sindaco”.
“É grave e inopportuno chiedere alla politica di intervenire in situazioni come queste che sono questioni puramente sanitarie - continua l’Assessore -. La proposta di TSO arriva all’amministrazione comunale dall’Azienda sanitaria, nello specifico dai medici del Dipartimento tecnico per la tutela della salute mentale, e gli amministratori, in questo caso specifico la sottoscritta, procedono alla firma di convalida dell’ordinanza che poi viene eseguita dagli organi deputati, ovvero il 118 e le forze pubbliche”. “Non tutti sono a conoscenza di come funziona un TSO - aggiunge -, ma da due politici navigati come Stella e Cellai mi aspettavo una maggiore conoscenza. Visto, però, che hanno delle lacune in materia una bella ripassatina su come si arriva a un TSO potrebbe essere loro utile”. “La procedura si snoda così - conclude Funaro -: la richiesta arriva da un medico, mentre la fase successiva è la validazione della richiesta da parte di uno psichiatra del Servizio pubblico. A quel punto il provvedimento arriva in Comune e viene firmato. Alla luce di tutto questo, quindi, non ha proprio senso dire che il sindaco avrebbe dovuto disporre il provvedimento”.
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