"Non è stata una rissa, è stata una vera e propria aggressione". E' il commento di Luigi Ciatti, padre di Niccolò, il 22enne di Scandicci pestato a morte l'11 agosto del 2017 mentre si trova con gli amici sulla pista da ballo di una discoteca di Lloret de Mar in Spagna, a Radio Capital, a poche ore dalla convocazione nel tribunale spagnolo di Girona attesa per le 12. "I tre ceceni che hanno ucciso mio figlio sono tutti combattenti, parlano le arti marziali e hanno colpito per uccidere", continua l'uomo. "I tre aggressori non avevano un graffio, un segno, sono dei picchiatori. Mio figlio stava ballando, c'è un video che lo testimonia. I tre assassini sapevano benissimo cosa facendo, facendo colpivano per uccidere". Poi Luigi Ciatti, commenta la sua reazione fuori dal tribunale quando ha gridato 'assassino' ad uno degli accusati: "Immaginatevi il dolore di trovarsi a due metri assassini di mio figlio". Nel corso del processo l'accusa ha chiesto una condanna per Rassoul Bissoultanov, il giovane accusato di aver sferrato il calcio mortale a Niccolò, a 24 anni di carcere più 9 di libertà vigilata, mentre avrebbe escluso responsabilità per l'altro imputato Magomadov. I legali della famiglia Ciatti, invece, si sono opposti alla richiesta chiedendo una condanna anche per il secondo ceceno accusato a 15 anni di reclusione.
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