"Se prendiamo per buone le parole del Presidente di Fidi e di Confindustria, emerge che la peculiarità dei Renzi sia quella di scaricare i debiti sulle spalle dei cittadini, con la Chil, così come con il Maggio musicale.
La Regione, proprietaria delle quote di Fidi Toscana e del Maggio Musicale fiorentino, ci dica con chiarezza per quale somma e grazie a quali banche è stato ridotto il debito del Maggio, ai tempi in cui Renzi era Presidente della fondazione". E' quanto chiede in un'interrogazione urgente il capogruppo di Fratelli d'italia e candidato a governatore Giovanni Donzelli, insieme ai consiglieri Paolo Marcheschi e Marina Staccioli, in seguito alle dichiarazioni rilasciate al quotidiano "Libero" dal presidente di Confindustria Firenze e di Fidi Toscana Simone Bettini. Bettini suggerisce di andare "a vedere l'operazione che la Cassa di risparmio di Firenze ha fatto con la Fondazione del Maggio musicale fiorentino", affermando che "la banca a un certo punto abbuona al teatro del Maggio gran parte del debito tirandoci un rigo sopra. Hanno cancellato circa 8 milioni alla fondazione", ha spiegato, commentando che "l'attuale premier con il Maggio ha fatto quello che gli imprenditori fanno con le bad company" e aggiungendo che "se queste cose le avesse fatte un imprenditore qualunque avrebbero detto che è un delinquente".
"E' l'ennesima operazione senza trasparenza - commentano Donzelli, Marcheschi e Staccioli - i debiti del Maggio ripianati dalla banca vengono caricati sulle spalle dei correntisti, così come i debiti della Chil sono stati pagati con i soldi pubblici: vogliamo assolutamente vederci chiaro. Evidentemente quello della famiglia Renzi di cancellare i debiti che crea è un vizio: il caso somiglia molto a quello dei 260mila euro che la società Chil ha ottenuto come garanzia da Fidi Toscana e che non ha mai restituito dopo il fallimento. Casomai è curioso che a parlare della questione, proprio nel bel mezzo delle polemiche sulle società di azienda Renzi - proseguono gli esponenti di Fratelli d'Italia - sia lo stesso Presidente di Fidi Bettini, come se volesse da un lato oscurare la vicenda, ma dall'altro confermare i metodi di Renzi, di fronte ai quali gli enti pubblici e le partecipate stanno dimostrando di essere completamente sottomessi".
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