Una spirale di violenza tra due famiglie, una scia di omicidi che insanguinano una cittadina a 20 km a nord di Tirana, Mammuras, nel distretto di Kurbin. Si affrontano in una faida d'altri tempi i Llani e gli Skreta. Dopo una serie di minacce per futili motivi, si passa alle vie di fatto. Il 5 giugno scorso a pagare con la vita è un innocente, un bimbo di 9 anni preso a colpi di Kalashnikov. Lo zio che era con lui rimane ferito. Gli autori della mattanza sono due dei fratelli Skreta, arrestati successivamente dalle autorità albanesi. Durante il funerale del piccolo, il padre, Jetmir Llani, arrestato due giorni fa a Firenze dagli uomini della mobile, giura vendetta. Sangue chiama sangue.
Aspetterà gli assassini di suoi figlio e quando saranno fuori dal carcere non avrà pietà. Lo dichiara pubblicamente ai media albanesi. La faida ha inizio. Un mese dopo una macchina piena di tritolo scoppia sotto casa degli Skreta ferendo un vicino. Qualche giorno dopo il capofamiglia Mark, di 71 anni, rimane vittima di un agguato. La furia omicidia, la voglia di vendetta, non si ferma, la sete di sangue non si placa. L'ultimo atto della tragedia si consuma lo scorso 4 novembre. Un altro membro della famiglia Skreta viene giustiziato, nello stesso agguato un altro ancora rimane gravemente ferito. Dalle testimonianze di quest'ultimo si riesce a ricostruire la scena del crimine. Lo spietato assassino è Jetmir, che mentre spedisce all'altro mondo il fratello degli assassini del suo piccolo, pronuncia le terrebili parole di viatico: "Salutami mio figlio all'altro mondo".
La vicenda si conclude a Firenze. Jetmir ha nel capoluogo toscano una serie di amicizie e un parente a cui è molto legato. Le autorità albanesi passano il fascicolo alla squadra mobile diretta da Lorenzo Bucossi. Gli agenti si mettono sulle tracce di Llani. Dopo una serie di accertamenti il cerchio si chiude. L'omone di un metro e novanta viene fermato due giorni fa in viale Belfiore a bordo di un'utilitaria. Ad eseguire l'arresto sono gli uomini della Sezione Criminalità Straniera coordinati dal sostituto commissario Erminia Del Prete. Jetmir non fa una piega, tira fuori la foto del figlio dal portafogli e la mostra ai poliziotti. "Lui non c'è più".
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