Guardare oltre l’esteriorità, cogliere il bello là dove questo si cela, al di là di banali apparenze, entrare nell’anima dell’oggetto, per vedere e costruire una storia di percezioni e sensazioni.
È questo che Elisabetta Nencini, artista poliedrica e figlia del grande campione di ciclismo Gastone, cerca con il suo obiettivo fotografico. Come oggetti di scavo, rinvenuti e riportati alla luce dopo secoli, così lo scarto urbano può rivelare ed evocare l’identità di un momento storico, evoluto sul fluire della memoria. È proprio questo scarto che Elisabetta immortala, ridandogli vita. Prende così il nome “Fibre di un altro universo” la sua mostra fotografica ospitata dal 26 gennaio al 17 febbraio(orario: 10 – 14; chiuso il martedì) nella Sala Antiquarium Costantini del Museo Civico Archeologico di Fiesole (via Portigiani, 1).
L’esposizione verrà inaugurata sabato 26 alle ore 17.30 alla presenza, fra gli altri, dell’artista Elisabetta Nencini, del sindaco Fabio Incatasciato e dell’assessore alla Cultura di Fiesole Paolo Becattini e del critico d’arte Giovanni Faccenda, che ha curato l’esposizione.
La sua non è pura documentazione del visibile e del reale, ma una vera e propria captatio essentiae di ciò che l’occhio percepisce come particolare: innatamente l’artista si lascia attrarre dalla specificità di un dettaglio, tanto da farsene carico quale oggetto d’attenzione prima che di arte. La materia nella sua struttura più incondizionata diventa soggetto di rivisitazione e nucleo di nuova vita agli occhi di chi ne percepisce una valenza che va al di là di quella conferitagli dagli eventi. L’attrazione verso la forma, la linea, il colore di ciò che ha già avuto una sua storia, di ciò che ha già scritto un suo passato, porta Elisabetta Nencini a far scaturire dallo scatto fotografico un soffio di vita nuova, una dignità del tutto eccezionale che dal disuso eleva i materiali a oggetti e soggetti d’arte. Arte e fotografia, dunque, come nuovi mezzi di vitalità creativa.
“Elisabetta Nencini racconta di sé negli scatti che la contraddistinguono. Colori e forme come stati d’animo racchiudono essenze enigmatiche sospese in un’architettura iconografica ebbra di riferimenti viscerali – spiega il critico d’arte Faccenda – lo sono quei cavi di gomma, i fili elettrici, i residui vari che, nel singolare e sapiente adattamento fotografico, riescono a tal punto a essere trasformati, diresti persinotrasfigurati, da sembrare, infine, rami di alberi, fili d’erba o scapi di fiori, quando non le corde interne di un essere umano”.
Elisabetta Nencini con la sua macchina fotografica scalfisce l’apparenza delle cose e va alla ricerca della sostanza: di quel materiale che da essere di scarto, torna riciclato.
LUOGO - Fiesole, Sala Costantini del Museo Archeologico, Via Portigiani, 1
DAT E - dal 26 gennaio al 17 febbraio
ORARI - 10.00 – 14.00, chiuso il martedì
INGRESSO - 10 euro intero, 6 euro ridotto - Il biglietto è cumulativo e comprende anche l’ingresso ai musei di Fiesole.
INFORMAZIONI - Musei di Fiesole, Via Portigiani 3; Tel. 055 5961293; infomusei@comune.fiesole.fi.it
Il sito d'Italia, quotidiano diffuso via internet. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale Civile di Firenze n.5811 del 29 dicembre 2010.
Copyright Il sito d'Italia, tutti i diritti e i contenuti sono proprietà de "Il sito d'Italia"
Edito da Dedalo Comunicazione Srl, P.Iva 02200130975 - Direttore Responsabile Leonardo Varasano
Realizzato da Exupery Comunicazione