Alessandro Ippolito, vicecapitano della Toscana Aeroporti I Medicei, è uno dei vincitori del premio "Villa Pallini” 2015/2016 indetto dal Quartiere 5 del Comune di Firenze, che premia le eccellenze dello sport che si sono distinte per i risultati sportivi ma anche per azioni che sottolineino l'importanza del valore sociale dello sport.
Il premio è assegnato a margine della manifestazione "Sport in Libertà” organizzata dal Quartiere 5 presso il Palamattioli di Via Benedetto Dei a Firenze che ha visto la presenza dell’assessore allo sport Andrea Vannucci, del presidente del Quartiere 5 Cristiano Balli e dalla presidente della Commissione Servizi Educativi e Sport, Simona Ferrari.
Le motivazioni del premio sono legate oltre che alle doti tecniche e di leadership espresse nell’attività di giocatore e vicecapitano nella squadra de I Medicei e allenatore del Firenze Rugby 1931, anche per l’impegno dedicato a progetti sportivi con importanti finalità sociali. Tra questi Ippolito si è fatto promotore del Firenze Social Club, struttura per il supporto alle famiglie che gravitano nell’ambito del movimento rugbistico del Firenze Rugby 1931 e non solo. Il progetto Meda, come attività di integrazione sociale attraverso il rugby in aree cittadine disagiate, e Rugby oltre le sbarre nato per portare nel carcere di Solliciano il rugby come supporto alla rieducazione e al reintegro dei detenuti.
Ippolito commenta così il premio: «Non nascondo che ricevere questo premio, del tutto inaspettato, mi ha fatto un gran piacere e ringrazio il Quartiere 5 per questo riconoscimento. Sono altresì grato a Francesco Gramegna del Firenze 1931 e quest'ultimo per aver presentato la candidatura al premio, a mia insaputa, e per aver sostenuto tutti i progetti che in questi anni abbiamo portato avanti insieme ad altre grandi persone, rugby in carcere, rugby nei parchi, Firenze social club. Io sono solo la punta di un iceberg. Sono altresì grato alla mia compagna Martina Lino che mi ha sempre ispirato e spronato e a Filippo Santi con cui abbiamo fondato il Firenze Social Club e ringrazio tutte le rugbiste, i rugbisti e gli amici che in questi anni mi hanno aiutato nelle varie esperienze.
Il rugby è un terreno fertile dove crescere nei più alti valori. Colgo l'occasione per ringraziare la professionalità di Antonio Abussi con cui ho condiviso momenti felici e tristi durante i 2 anni di rugby in carcere. A causa della complessità dell'oggi, il sociale viene relegato a mero aspetto della vita, quando invece è centrale nella costruzione dei valori che ci elevano dallo stato animale e dalla paura del diverso. In questa società dove le istituzioni classiche preposte alla formazione degli uomini di domani sono in affanno, è sempre più spesso lo sport ad assolvere questa missione. Concludo con le parole di Vittorio Arrigoni: "Restiamo umani!”».
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