Le telecamere della Dia di Lungarno Vespucci e di via Montebello “erano attive e regolarmente” funzionanti” la notte del 3 marzo scorso in cui perse la vita Riccardo Magherini, il 40enne fiorentino morto durante un fermo dei carabinieri in Borgo San Frediano. Lo scrive il ministero dell'interno, a firma del sottosegretario Bubbico, in risposta all'interrogazione del senatore Andrea Augello (Ncd) che aveva chiesto spiegazioni ad Alfano sulla questione.
Quindi le telecamere avrebbero potuto vedere i suoi movimenti sul Lungarno. Come certamente hanno fatto. Lì Magherini c'è stato, lo dicono vari testimoni. Lì avviene la discesa dal taxi con la discussione con il tassista, l'incontro con la guardia giurata a piedi e lo strattonamento con un'altra persona visto dai ragazzi dell'auto su cui poi Magherini è salito a bordo.
Soltanto, scrive ancora il Viminale rispondendo ad Augello, “nè l'Autorità Giudiziaria procedente né alcuna della Forze di Polizia hanno richiesto copia delle immagini registrate dalle telecamere in questione”.
Perchè non le hanno chieste? Nonostante oggi ogni attività d'indagine dei tempi di oggi venga spesso (per non dire sempre) preceduta dall'acquisizione delle telecamere di qualsiasi struttura presente nell'area.
Perchè quindi non farlo con quelle pubbliche della Dia? O con quelle del Comune di Firenze già cancellate? O con quelle dell'Hotel St. Regis che avrebbe filmato l'uscita di Magherini e i suoi movimenti su via Montebello cancellate neanche 48 ore dopo?
Il 'buco' di 25 minuti nella ricostruzione della Procura di Firenze poteva essere colmato proprio dalla visione di queste immagini. Cosa è successo a Riccardo Magherini in quei minuti? Le telecamere avrebbero senza dubbio dato delle risposte. Senza dubbio. Ma ad oggi nessuno ha avuto l'idea di guardarle. Difficile pensare che ci siano tali disattenzioni o negligenze. Eppure sono accadute.
Anche se, di fronte a questa storia inquinata da troppi lati oscuri, la negligenza viaggia sul filo della volontà.
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