La sentenza di primo grado è "in gran parte emessa su base documentale" e "le fonti dichiarative non sono mai state al centro dell'indagine, anzi sono state marginali, come riconosce la stessa sentenza".
E nei confronti di Francesco Schettino "non c'è stata nessuna persecuzione". Lo ha detto, ieri, il pm Alessandro Leopizzi in sede di replica al processo in Corte d'Appello di Firenze per il naufragio della Costa Concordia.
"Schettino non è il mostro da mettere alla berlina, per il semplice fatto che è l'unico tra gli indagati che ha scelto la via dibattimentale - ha affermato il pm - La difesa ha detto che Costa Crociere è rimasta fuori dal processo: non è vero, perché era coimputata e Costa crociere ha potuto patteggiare, come gli altri imputati. Quindi non è il processo solo contro Schettino. Schettino è invece l'unico che ha scelto la via dibattimentale. Gli altri dieci indagati hanno scelto altri riti per definire la pena".
"La sentenza è piena di riscontri oggettivi, con testi riconosciuti attendibili", ha aggiunto tra l'altro il pm. Leopizzi ha respinto la richiesta di rinnovazione dibattimentale, definendola "inutile".
Infine il pm Leopizzi ha respinto l'immagine della difesa che ha dipinto Schettino come autore di una "leggerezza". "In plancia non ci si distrae, non si fanno conversazioni con il telefono privato mentre ci si vi avvicina pericolosamente a un'isola", ha concluso.
"La richiesta di 27 anni non mi sembra spropositata per fatti così gravi, ai limiti del dolo eventuale", "sono morte 32 persone ed è stata messa a repentaglio la vita di oltre quattromila": lo ha detto, replicando immediatamente alla difesa di Francesco Schettino, il sostituto Pg presso la Corte d''appello di Firenze, Giancarlo Ferrucci. "Devo replicare sul punto dell''entità della pena - ha anche detto Ferrucci rispetto ad affermazioni dell''avvocato Senese - Non mi sarei mai aspettato un''affermazione tale in un''aula di giustizia, è inaccettabile. Non mi si può dire che in un mondo civile non si può dare questa pena".
"Non sono ne'' le procure ne'' le procure generali che legiferano e stabiliscono le pene edittali", ha spiegato Ferrucci, che nella requisitoria ha chiesto 27 anni di condanna per Francesco Schettino. "Ho cercato di dimostrare che la pena inflitta dal tribunale di Grosseto non era congrua ed ho fatto i conteggi dovuti". "Posso capire se a Grosseto avessero superato i limiti edittali ma non è così".
Ferrucci ha anche evidenziato che "Schettino non ha mai speso una parola di pietà per le vittime, ne'' ha mai mostrato pentimento".
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