Con due anni di anticipo rispetto ai tempi previsti dalla legge, per scelta, “per motivi personali”, con il saluto delle massime autorità giudiziarie il procuratore di Prato Piero Tony va in pensione. 73enne, togato dal 1968, iscritto da sempre a Magistratura Democratica, il giudice nato a Zara ha avuto una lunga carriera. Giudice a Milano e al tribunale minorile a Venezia prima di trasferirsi a Firenze dove ha ricoperto lo stesso incarico per poi passare alla Procura Generale dove Tony, fu pubblica accusa nel processo d'appello per i delitti del mostro di Firenze che decretò l'assoluzione, dall'allora pg richiesta, del Pacciani. Poi nel 2006 il passaggio alla guida della procura di Prato dove è stato fino al pre pensionamento
Ma Piero Tony è stato presidente del Tribunale dei minori a Firenze tra il 1998 e il 2004, l'organo che negli anni ha affidato numerosi ragazzi alla comunità guidata dal "Profeta" Rodolfo Fiesoli, nonostante che questo avesse già subito una condanna passata in giudicato negli anni '80 e l'Italia fosse stata condannata dalla Corte di Strasburgo. Inutile ricordare che la comunità del Forteto è al centro di un processo per abusi che vede imputate 23 persone tra cui i fondatori Fiesoli, accusato anche di violenza sessuale, e Goffredi.
Nel corso dell'inchiesta, è emerso come proprio il contatto diretto del Tribunale dei Minori di Firenze con la Comunità del Forteto fosse il motivo per cui tanti, troppi, minori venivano affidati alla comunità del Mugello. Piero Tony frequentava la comunità degli abusi, per sua stessa ammissione, “cucinava per tutti” ed in segno di 'rispetto' si levava “il cappello davanti a Il Forteto".
Questa sconvolgente vicenda che lo riguarda direttamente per un coinvolgimento professionale a distanza di anni, dopo aver conosciuto fatti e testimonianze, lascia un alone di mistero sul ruolo della magistratura e di quel tribunale dei minori dove il giudice Piero Tony assegnava ragazzi in difficoltà alla comunità degli abusi. Dopo che chi la gestiva era già stato condannato per abusi, fatto di cui era perfettamente a conoscenza il giudice ed il tribunale.
Nel corso del processo di primo grado per i fatti del Forteto Piero Tony esce di scena e lascia la magistratura, con due anni di anticipo. Il suo nome non potrà scomparire dalla vicenda del Mugello, e se l'autogoverno del sistema giudiziario italiano avesse la forza ed il coraggio di capire, sarebbe tenuto a chiamare Piero Tony a riferire. E lui a rispondere senza quel tono sprezzante e denigrante emerso nelle poche interviste concesse in questi anni. Tanto che su Tony pende ancora la richiesta del capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Toscana, Giovanni Donzelli, di un intervento del Consiglio Superiore della Magistratura nei confronti del giudice che definì “rottame” un minore con difficoltà psico fisiche.
Appare, a chi scrive, una fuga, il più indolore possibile, di chi, sotto la responsabilità dello Stato italian, ha messo in mano agli orchi ragazzi indifesi e bisognosi di cure, assistenza sociale e psicologica. Tony ed il tribunale dei minori hanno acquisito un ruolo centrale nella vicenda Forteto. Nel processo in corso si accerti come sia stato possibile che il tribunale dei minori di Firenze utilizzasse quel canale privilegiato con la comunità degli abusi. Tony avrebbe sicuramente qualcosa da dire.
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