"Il rapporto della missione consultiva sullo stato di conservazione del sito di Firenze patrimonio mondiale dell’Unesco é senza dubbio positivo. Ha ragione il sindaco Nardella ad essere soddisfatto.
Quello che un po’ fa riflettere pur condividendo il riconoscimento degli sforzi fatti dall’amministrazione è il confronto tra la comunicazione Unesco fatta nel 2015 che formalizzava la messa sotto osservazione del sito per alcune gravi criticità e il rapporto di maggio dove sono improvvisamente scomparse". Così la consigliera Cristina Scaletti de La Firenze Viva.
"Le osservazioni del 2015 - spiega Scaletti - riguardavano tra le altre cose anche l’impatto del turismo di massa al rischio di perdita identitaria del centro storico per la perdita di residenti e per la chiusura degli esercizi storici.
Il rapporto di oggi non valuta allarmante la perdita di identità del centro storico né per quanto riguarda gli esercizi storici né i mercati storici.
A nostro avviso invece questo costituisce un motivo serio di preoccupazione così come non ci sono variazioni se non in senso peggiorativo rispetto a un turismo di massa assolutamente non delocalizzato né tematizzato.
Speriamo pertanto che anche alla luce del piano di gestione tutto questo possa essere messo sotto tutela e che possa davvero essere invertita una rotta che ad oggi, rispetto al 2015 non ci sembra aver subito variazioni: basti guardare le chiusure di esercizi storici che hanno fatto la storia di Firenze nonché lo spostamento di un mercato storico quale quello dell’antiquariato di piazza dei Ciompi.
E che possa esserci una politica del turismo improntata alla delocalizzazione dei flussi, alla salvaguardia del centro storico nonché a una protezione della residenza ad oggi minacciata non solo dalla malamovida ma anche - conclude Scaletti - da un boom di trasformazioni in strutture per locazioni turistiche di vario genere".
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