La SACI, scuola d’arte americana con sede a Firenze, e i suoi studenti del corso in Conservazione e restauro salvano dal degrado importanti dipinti sei-settecenteschi del carcere di Porto Azzurro dell’Isola d’Elba.
L’operazione è stata possibile grazie ad un accordo con la Soprintendenza delle Belle Arti e del paesaggio di Pisa e Livorno.
Si tratta di una serie di pitture su tela provenienti dalla cittadella carceraria e in particolare dalla sacrestia e dalla Chiesa di San Giacomo al Forte, fondata nel 1654 e chiusa al culto nel 2005, che era stata al centro della rivolta dei detenuti del carcere nel 1987. Le strutture murarie e il tetto avevano subito gravi danni e le opere d’arte versavano in pessimo stato di conservazione.
Complessivamente sono 11 tele di diverse dimensioni di scuola fiorentina, al momento di autore ignoto; alcune sembrano essere pervenute in dono dalla corte granducale toscana. Quattro delle opere, “Madonna incoronata” (XVII sec.), “Madonna fra i Santi Francesco e Luigi di Francia” (XVII sec.), “Le stigmate di san Francesco e i santi Luigi e Chiara” (XVIII sec.), “Madonna del Rosario e i santi Domenico e Caterina” (secolo XVIII sec.) sono state restaurate a titolo gratuito dalla SACI, grazie al lavoro di Roberta Lapucci, responsabile del dipartimento Conservazione Opere d’Arte e di Archeologia, che ha coordinato 8 studenti statunitensi arrivati in Italia per il Programma Post-Baccalaureate della durata di un anno accademico.
Fra i restanti 7 sette dipinti, in attesa di passare alla fase di recupero e restauro, anche un prezioso “San Giacomo Matamoros”, per il quale si ipotizza un’importante attribuzione ad un pittore fiorentino del ‘600, che sarà confermata a breve. Per il restauro di questo secondo lotto di pitture, la Soprintendenza delle Belle arti e paesaggio di Pisa e Livorno e la SACI sperano nel contributo proveniente da sponsorizzazioni.
La SACI dal 1981 ha restaurato gratuitamente migliaia di pezzi di vario genere, fra opere pittoriche, scultoree, pitture murali e reperti archeologici, provenienti da musei, depositi, chiese e istituzioni nazionali e internazionali. Solo per citarne alcune: un cospicuo nucleo di opere provenienti dagli Ospedali di Santa Maria Nuova e di San Giovanni di Dio e dal Museo archeologico nazionale di Firenze, e il Caravaggio maltese “scoperto” nel 2007 proprio nel corso del restauro curato dalla scuola americana.
I quattro dipinti restaurati saranno visibili al pubblico il giorno 9 aprile 2016 nell’allestimento che accompagnerà il simposio “Dipinti fuori dal carcere” (aperto al pubblico), in programma dalle 10 alle 17 alla Saci Gallery (via Sant’Antonino 11, Firenze), dedicato a questa straordinaria esperienza di salvataggio artistico.
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