I 25.026 spettatori aventi diritto per Fiorentina – Roma indicati nella distinta distribuita ieri in tribuna stampa al Franchi di Firenze sono la fotografia del disamore e del distacco dei tifosi viola.
Nel recente passato la sfida coi giallorossi ha sempre regalato numeri importanti. Per battere il record negativo di ieri bisogna andare indietro fino alla stagione 2011-12, quella disastrosa della serie B sfiorata e la salvezza conquistata nella penultima giornata. Furono 21.863 gli aventi diritto per Fiorentina-Roma, ma gli abbonati erano 13.385 e non i 17.235 di questa stagione. Ieri, dunque, le persone non abbonate che hanno deciso di comprare il biglietto (compresi 2.500 tifosi della Roma – tra settore ospiti ed altre zone del Franchi) sono state ancora meno del 2011-12 (7.791 ieri, 8.478 nel 2011-12). Situazione analoga la scorsa stagione dove a fronte di 20.154 abbonati coloro che acquistarono il tagliando per il match contro i capitolini furono 7.205 (27.359 i complessivi aventi diritto). La stagione 2010-11 segnò 23.634 aventi diritto. I 34.554 del campionato 2013-14 o i 36.056 del 2007-08 sono ricordi sbiaditi. I 40.786 del 2005-06 un miraggio.
Ad oggi le presenze al Franchi per la stagione in corso registrano 143.444 aventi diritto in 6 gare (tra abbonati e possessori dei biglietti per le singole partite), pari a una media di 23.907 spettatori ad incontro. Per la cronaca in questa stagione gli spettatori di ieri al Franchi con la Roma sono stati superati con Sampdoria (25.611) ed Udinese (25.156).
Le annate che hanno registrato presenze non esaltanti o scarse per le gare contro la Roma hanno tutte un comune denominatore: Pantaleo Corvino direttore sportivo e Fiorentina a fine stagione non classificata per le coppe europee.
6 sconfitte in 12 partite farebbero presagire ad un ennesimo flop, ma in questa stagione c'è una discriminante non di poco conto da applicare. Non si può parlare di ridimensionamento se, malgrado la sequela di cessioni, si spendono circa 70 milioni di euro per i cartellini dei giocatori in entrata. E non regge nemmeno la scusa della riduzione del monte ingaggi (attualmente di 35 milioni lordi) che non avrebbe consentito di acquisire atleti che garantiscano prestazioni importanti.
Nella stagione 2012-13 con Pradè e Macia la Società dei Della Valle, reduce da un campionato fallimentare, con un mercato estivo in entrata da 37 milioni e un monte ingaggi di 38,8 milioni lordi conquistò il quarto posto; Corvino nella sua prima stagione da DS gigliato nel 2005-06 con 30,5 milioni di acquisti e un monte ingaggi di 30 milioni lordi fece lo stesso: quarto posto (che allora valeva la qualificazione Champions, poi non disputata a causa di Calciopoli).
La Fiorentina di oggi appare costruita senza una logica. All'interno della stessa sessione è stato fatto il mercato riparazione con giocatori giunti nelle ultime ore utili che hanno preso il posto di altri già arrivati e pagati fior di quattrini: raccontare di aver gettato con gli acquisti estivi le basi per il futuro delle prossime stagioni per giustificare la mediocrità attuale è una scusa goffa, che non regge.
Se si spendono queste cifre e non si conquista l'Europa si fallisce senza se e senza ma.
Firenze per ora non è ottimista, i cinquecento spettatori per l'allenamento a porte aperte di mercoledì scorso sono un'ulteriore certificazione. Siamo ancora in tempo a cambiare questa tendenza all'anonimato. 70 milioni: non ci sono alibi.
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