Per la chiusura o non chiusura delle scuole, "non ci sono meccanismi automatici, sono scelte di grande responsabilità. E allora ho deciso di istituire un comitato di consultaizone che si riunirà ogni venerdì, nel tardo pomeriggio". Lo ha comunicato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
Il comitato si chiamerà Ceps, Comitato per l'Emergenza della Prevenzione Scolastica, e sarà composto da 15 persone: il sottoscritto, l'assessore alla Sanità, l'assessore all'Istruzione, il dg della Giunta regionale, il direttore dell'istruzione, il direttore della Sanità, il direttore dell'Ars, con epidemiologo, il direttore dell'Ufficio scolastico regionale, un rappresentante dei prefetti, un rappresentante dell'Upi, un rappresentante dell'Anci, il presidente del Parlamento degli studenti, e poi i quattro direttori delle Asl e del Meyer. "Ogni venerdì alle 17, se dobbiamo affrontare determinate situazioni nei singoli territori, le riunioni del Ceps saranno aperte a sindaci e tecnici coinvolti", ha aggiunto Giani.
"Nel Dpcm si legge che il presidente di Regione può, e quindi che in teoria non può, chiudere le scuole se si superano i 250 nuovi contagi ogni 100 mila abitanti, pur in zona gialla o arancione, ma voi capite che scatta quasi automatico il fatto che quando si raggiunge questa quota su base settimanale, si debba provvedere o a livello provinciale o regionale. Se questa disposizione fosse stata applicata questa settimana, vi sarebbe stata solo la provincia di Pistoia a cui doverla applicare con 349 su 100 mila abitanti. La seconda provincia è Siena, con 238, che non arriva a 250. Pistoia e Siena sono già rosse". "Quindi - ha continuato Giani - da questo punto di vista non cambiava nulla. Ma dobbiamo guardare ai Comuni, relativamente alla circolazione delle varianti che portano ad un alto rischio di diffusività, resistenza ai vaccini o portare malattie gravi, posso chiudere le scuole in tutta la Regione. La terza possibilità è se si aggrava complessivamente il quadro epidemiologico", ha ricordato Giani.
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