Le associazioni animaliste, il 2 dicembre 2014, hanno incontrato alcuni consiglieri regionali di tutti i partiti, per esporre la totale disapprovazione alla mozione Gambetta Vianna che intende modificare la L.R. 59/2009 riducendo la misura dei box per cani da 8 mq a 2-4 mq.
Tale mozione, per promuovere la sua credibilità, si aggrappa impropriamente alla Direttiva europea 2010/63/UE "Protezione degli animali utilizzati a fini scientifici" mentre i cani di cui si parla vengono utilizzati per la caccia e non per fini scientifici (vivisezione).
La riduzione dei box non riguarderebbe canili, rifugi, allevamenti pubblici ma solo quelli privati, e non di privati che tengono il loro cane libero in casa o in giardino, ma di privati cacciatori, quelli che per braccare i cinghiali usano mute di 30-40-50 cani che poi, a fine caccia, verranno rinchiusi in una struttura.
Sono cani che specifiche leggi si preoccupano di tutelare, ovvero quegli animali considerati d'affezione che fin dal 1991 rappresentano il primo passo del Diritto positivo a loro favore e che da allora, nelle varie norme, compresa la 189/2004 contro il maltrattamento (animali detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura) non sono più visti come oggetti, strumenti o cose, ma soggetti di diritto.
Riteniamo quindi necessario che la mozione Gambetta Vianna venga annullata.
Per due ragioni: 1) perché fa riferimento a una norma che non riguarda i cani animali d'affezione, 2) perché, contraddicendo la legge quadro 281/91, divide i cani animali d'affezione in due categorie, pubblici e privati.
ENPA, Gabbie Vuote, LIDA e Pro Animals del Coordinamento animalisti toscani.
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