''Non volevo uccidere''. Così ha cercato di giustificarsi il senegalese Cheik Tidiane Diaw durante l'interrogatorio di oltre 4 ore a cui è stato sottoposto nella notte per l'omicidio di Ashley Olsen,
la 35enne promotrice culturale statunitense trovata morta strangolata nel suo appartamento sabato pomeriggio, in via Santa Monaca, nel quartiere fiorentino di Santo Spirito. Messo alle strette dalle numerose prove che gli investigatori hanno presentato durante l'interrogatorio, Diaw alla fine ha capitolato e ha ammesso le sue responsabilità nella morte di Ashley.
Come ha spiegato il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, l'interrogatorio del senegalese, giunto da pochi mesi in Italia come immigrato irregolare, si è concluso con una sostanziale ammissione di colpa.
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