“Mancano 30 milioni di euro al fondo storico per le scuole paritarie italiane. L'auspicio è che si riescano a recuperare con emendamenti alla finanziaria, altrimenti molti istituti non statali rischiano serie difficoltà, come avvenuto in quest'ultimo anno”. A lanciare l'allarme è il presidente della Fism Toscana, Leonardo Alessi, nel corso dell'assemblea regionale dell'Associazione, che si è svolta sabato scorso al Convitto della Calza di Firenze, e alla quale hanno preso parte il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi; il vicesindaco di Firenze, Cristina Giachi; il vicario generale dell'Arcidiocesi di Firenze, monsignor Andrea Bellandi; Rosa De Pasquale, referente Usr per le scuole paritarie e Franco Nembrini, fondatore e direttore della scuola “La Traccia” di Calcinate (Bg).
Quella delle scuole paritarie è una realtà importante in Toscana, con centinaia di istituti di ogni ordine e grado, 4mila dipendenti e 30mila alunni, 18mila dei quali nella fascia di età 3-6 anni (il 20% del totale nella nostra regione). La crisi economica e la denatalità sono altri due fattori che acuiscono le difficoltà del settore. “In tutta questa vicenda – ha sottolineato Alessi – la Regione Toscana ha fatto la sua parte, stanziando un 'buono scuola' di 3.5 milioni di euro nel triennio, per venire incontro alle difficoltà di numerose famiglie a pagare le rette scolastiche, che pure sono in media di 120 euro mensili: segno che le nostre sono scuole popolari. Le domande per il buono scuola sono state circa 10mila. Ringraziamo la Regione e il presidente Rossi, e chiediamo loro di avere il coraggio di continuare su questa strada”.
Nell'apprezzare “la volontà del governo di investire sull'educazione con il documento 'Labuonascuola'”, il presidente della Fism Toscana ha però evidenziato come “in quel documento c'è un errore grave, ovvero è tutto incentrato sulla scuola statale, mentre la legge Berlinguer 62/2000 sancisce che il sistema educativo nazionale è composto da istituti dello Stato e istituti paritari. Il nostro è un modello organizzativo – ha rimarcato Alessi – incentrato sull'autonomia organizzativa, e questo secondo noi deve essere anche l'obiettivo delle scuole statali”.
Un problema “non indifferente” per le scuole paritarie, però, resta quello dell'Imu. Al riguardo, la speranza è che “gli enti locali applichino con sempre maggiore convinzione il protocollo d'intesa Anci Toscana-Fism. L'accordo, firmata lo scorso aprile – ricorda Alessi – prevede una serie di azioni comuni e di aiuti che le amministrazioni comunali potranno dare, riguardo ad agevolazioni su tasse come l'Imu e la Tasi, alle scuole paritarie, proprio perché non chiudano. Noi offriamo servizi a tutti i cittadini, ed è positivamente significativo che la Regione Toscana lo abbia riconosciuto decidendo di non aprire nuove sezioni Pegaso in quei territori in cui sono già presenti nostri istituti”.
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