Prima della pausa agostana, il Consiglio regionale della Toscana ha approvato alcune importanti modifiche alla legge sulla gestione dei rifiuti. Tra le norme modificate c’è quella che riguarda il materiale “escavato” dai canali e si tratta di un’innovazione importantissima. I canali artificiali, realizzati su terreni pianeggianti, tendono a interrarsi per effetto dei sedimenti trasportati dall’acqua che si depositano sul fondo. Per questo, i Consorzi di bonifica periodicamente estraevano questo fango ripristinando la sezione dei canali.
I fanghi “escavati” venivano tradizionalmente poggiati sulle sponde del canale, ma negli anni alcune leggi e una loro interpretazione da parte degli organi preposti ai controlli, hanno fatto sì che il fango estratto venisse considerato rifiuto speciale, da smaltire in discariche apposite e con costi esorbitanti.
I Consorzi di bonifica, che eseguono i lavori con i soldi dei consorziati, hanno dovuto così sospendere le operazioni di risagomatura dei corsi d’acqua, per evitare di far “esplodere” il tributo di bonifica con aumenti impossibili e hanno cominciato, insieme alla Regione Toscana, un lavoro scientifico e giuridico per venire a capo del problema. Da una parte i fanghi di escavazione dei canali sono stati analizzati dal Cnr, allo scopo di stabilire se davvero fossero materiali inquinanti. Dall’altra, si sono cercate le soluzioni di legge per riprendere l’attività di scavo a costi ragionevoli.
La nuova norma introdotta dalla Regione è figlia di questo importante lavoro e permetterà ai Consorzi, non appena la Giunta avrà varato il regolamento attuativo, di ripristinare le condizioni di sicurezza idraulica di tanti canali toscani a costi ragionevoli e con procedure di assoluta salvaguardia ambientale. La modifica della legge 25/98 renderà infatti nuovamente possibile il deposito dei materiali di scavo entro dieci metri dagli argini.
«La conoscenza del proprio territorio, le competenze tecniche, l’attenzione agli interessi dei consorziati sono gli elementi distintivi dei Consorzi di bonifica toscani - ha detto Fortunato Angelini, presidente dell’Urbat (Unione regionale dei Consorzi di Bonifica e Irrigazione della Toscana)- ed è proprio grazie a queste caratteristiche che abbiamo potuto segnalare con prontezza il problema alla Regione e collaborare alla sua risoluzione».
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