Interrotta la filiera del falso di qualità grazie alle operazioni del Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze condotte dal Tenente Francesco Paolo Davide. Le indagini hanno riguardato anche la provincia di Macerata, dove a Mogliano è stato scoperto un laboratorio, gestito da un italiano. La merce, di notevole fattura, finiva nella rete di vendita fiorentina che aveva il suo fulcro in un negozio nei pressi di Palazzo Vecchio, gestito da un iraniano. In vetrina esponeva borse Hermes, modello Birkin, Evelyn, Jige. Questo ha subito insospettito i finanzieri, dal momento che tali oggetti vengono venduti solo nel circuito controllato dalla casa madre francese. Dall'ultimo segmento della commercializzazione si è risaliti ad un deposito di stoccaggio e a quattro laboratori, 3 nell'hinterlando fiorentino e 1 in provincia di Macerata. Lo stoccaggio avveniva a Scandicci in Via Pratoni, dove sono state rinvenute 279 borse e 600 accessori, a capo della produzione un italiano. Le borse ricalvano fedelmente gli originali ed anche le materie prime impiegate erano di ottima qualità. Perfino il perito francese, è rimasto sbigottito davanti alla pregevole fattura dei prodotti, soprattutto per l'attrezzatura impiegata, a detta del tecnico d'oltralpe, identica all'originale. Gli altri magazzini, si trovavano a Calenzano, riconducibile ad una cittadina cinese, a Fucecchio e a Scandacci gestiti da due italiani. Complessivamente sono stati sequestrati 30.045 pezzi: 29.420 minuteria metallica a marchio Hermes (fibbie, cerniere, chiusure); 341 borse Hermes, 11 borse Vuitton, 162 portamonete Burberry, 2 portafogli Vuiotton, 250 tra fustelle metalliche e cartamodelli, 23 foto riproducenti borse. La vendita al pubblico dei prodotti più pregiati si aggirava intorno a 650-700 euro, circa 1/4 - 1/5 del reale costo. Denunciate 6 persone per commercio di merce contraffatta, si tratta di 4 italiani, 1 cinese ed 1 iraniano, rischiano una pena fino a 4 anni di reclusione ed un'ammenda fino a 35.000 euro.
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