Si è tenuto oggi all'Accademia dei Gergofili il convegno sui danni e benefici del buon bere, dal titolo: "Alcol, disagio sociale, salute e competitività", organizzato dal centro universitario di ricerca e formazione per lo sviluppo delle imprese del settore vitivinicolo italiano dell'ateneo fiorentino (UniCeSV). Da sempre si afferma che il vino è radicato nella nostra cultura, rappresenta è promuove i nostri territori. Gli studi più recenti hanno indivuato in un buon bicchiere di rosso un aiuto contro linfomi e cancro. Al contrario se se ne abusa, l'alcol può diventare una vera e propria piaga sociale alla stregua del consumo di sostanze psicotrope. Marinelli, direttore di Unicesv, ha ricordato di quanto sia cambiato negli ultimi trent'anni il modo di bere: "Statistiche recenti dimostrano che il consumo annuale medio procapite in Italia si aggira sui sei litri di alcol puro (dose che, se fosse consumata in una settimana, risulterebbe fatale a chiunque) contro i 14 litri procapite di 35 anni fa. Ad avere avuto il calo più significativo è proprio il vino che, nello stesso periodo di tempo, è passato dai 104 litri procapite ai 40 di oggi, mentre la birra ha visto una crescita esponenziale da 12,8 litri a 28. In questo quadro va aggiunto che bevono sempre di più anche le donne e che, soprattutto nel mondo giovanile, si assume alcol in maniera diversa dal passato, sempre più spesso fuori pasto, alla ricerca dello sballo". Invece "In Europa - continua l'ex Rettore - la piaga dell'abuso di alcol, tra costi diretti e indiretti, costa 394 milioni di euro, una cifra esorbitante pari a quasi il 3% del Pil della Comunità Europea. E' sempre più necessaria una sinergia tra i vari attori di questo settore e le istituzioni, finalizzata non alla criminalizzazione dell'alcol, ma bensì alla formazione, all'educazione verso un consumo responsabile che presuppone dunque un consumatore consapevole. La crisi del settore vitivinicolo italiano è infatti figlia della globalizzazione ma anche di una forma di »terrorismo« nei confronti del vino, il quale invece oltre ad esprimere cultura e identità, svolge un ruolo importante per la salute". Gli esperti dell'ateneo fiorentino Rosanna Abbate e Calogero Surrenti hanno nelle loro relazioni spiegato gli effetti benefici che possono dare un consumo moderato di vino sull'apparato cardiocircolatorio. "Ricercatori tedeschi - ha sottolineato Rosanna Abbate - hanno studiato gli effetti del vino a seconda della tipologia, dimostrando ad esempio che quello rosso ha maggiore capacità di vasodilatazione rispetto a quello bianco". Il convegno è poi proseguito con una tavola rotanda coordinata da Leonardo Casini (Università di Firenze) alla quale hanno preso parte: Ian Domenico D'Agata, responsabile Italia e Bordeaux, International Wine Cellar, Massimo Lucchesi, vice caporedattore Rai Firenze, Antonello Maietta, presidente nazionale AIS, Ernesto Pellecchia, direttore generale Ufficio Scolastico Regionale della Toscana (MIUR), e Beatrice Sassi, direttore generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale della Regione Toscana. Alla base dell'abuso di alcol c'è la voglia di provare sensazioni forti, l'attrazione per il rischio e la lotta alla quotidianeità che si traduce nella violazione delle regole.
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