Riceviamo e pubblichiamo da "Una Città in Comune", la lista di cittadinanza di sinistra: «Vi raccontiamo brevemente il percorso, di sei mesi, che ha portato alla nascita di Una Città in Comune per come si presenta oggi e cioè una lista di cittadinanza di sinistra e dal basso.
Lo scorso ottobre iniziano i ragionamenti sulla prospettiva elettorale tra le realtà non partitiche fiorentine.
Il nucleo promotore di questo percorso è formato da Alba, perUnaltracittà e alcune persone di Spazi Liberati (realtà che non ha mai aderito al progetto come 'sigla').
Da ottobre a dicembre ci sono vari scambi, alcune iniziative in città, confronti, si aggiunge al percorso AzioneCivile.
A novembre e dicembre 2013 Alba, PerUnaltracittà e Laura Bennati, come portavoce di Spazi Liberati, vengono invitati ai Congressi di Rifondazione e Sel e intervengono auspicando un fronte ampio di sinstra in vista delle elezioni amministrative.
Il 18 dicembre il fronte compatto è pronto a partire, lancia la sua prima assemblea di invito alla mobilitazione cittadina nella ex chiesa di San Carlo dei Barnabiti.
Dall'assemblea si esce con la convinzione che si debba tentare di costruire un fronte ampio alla sinistra di Renzi.
Da gennaio iniziano e proseguono parallelamente due momenti di discussione:
l'assemblea allargata uscita dal 18 dicembre e le riunioni ai tavoli con i partiti, Prc e Sel, incontri ai quali partecipano a rotazione 4 persone diverse dell'assemblea che non vanno a decidere ma solo a riportare quanto deciso in assemblea, un tentativo concreto di praticare forme diverse di partecipazione, fuori dai doppi livelli decisionali a cui siamo abituati.
Ai tavoli con i partiti il punto forte che impegna ogni discussione è quello del profilo del candidato. Alcuni vorrebbero un personaggio 'famoso' capace di andare oltre il solito elettorato di sinistra, di cui le componenti al tavolo sono espressione, ma che anzi guardasse in particolare all'elettorato deluso del PD. Altri si accontenterebbero di una persona 'comune' che ha dimostrato di agire con coerenza nella propria vita, muovendosi naturalmente nell'ambito valoriale della sinistra, così, giusto per dare quel segnale di rinnovamento della politica di cui tanto amiamo riempirci la bocca.
L'assemblea del post 18/12 intanto ha aggregato persone nuove, oltre a quelle dei soggetti promotori, e discute sulla forma con cui costruire questo fronte ampio decidendo all'unanimità, ribadendolo in tre diverse assemblee, che l'unica forma che possa tutelare la specificità della lista di cittadinanza e rispettare l'identità dei partiti è quella della coalizione.
Accanto a questo l'assemblea sottolinea che la lista di cittadinanza deve fare da capofila al progetto presentandosi ai confronti come soggetto proponente che richiede l'adesione dei due partiti. Viene ribadito anche che il candidato sindaco debba essere espressione del percorso della nostra assemblea. Il candidato non può essere una persona caratterizzata da un percorso unicamente o prevalentemente di partito perché altrimenti la lista di cittadinanza ne uscirebbe snaturata. In questa direzione sono andati anche vari esempi nazionali di coalizioni tra liste di cittadinanza e partito/i .
Passano i giorni e arriviamo all'assemblea del 1° febbraio al Teatro l'Affratellamento in cui il nucleo della lista si presenta alla città annunciando la sua intenzione di concorrere come lista di cittadinanza, di sinistra e dal basso, alle elezioni amministrative.
Presentiamo alle 150 persone in sala il nostro appello e il profilo delle nostre candidature, in allegato, e in un bel pomeriggio di partecipazione, con tavoli di discussione e momento conviviale scegliamo il nome della lista votandolo tra tre proposte. Il nome scelto è: Una Città in Comune (UCiC da adesso in poi).
Passano ancora i giorni e il tavolo con i partiti è in un momento di stallo, non si trova questo 'Messia' che possa fare il candidato.
L'Assemblea di UCiC discute e valuta che visti i tempi si debba smettere di cercare un 'candidato-grande-nome' e iniziare a confrontarci sul programma dato che non è affatto scontata la comunione di intenti con i partiti.
Decidiamo quindi che una persona 'comune' proveniente dal nostro interno e che ben sappiamo essere affidabile possa garantire tutti i soggetti in questo inizio di percorso comune ma soprattutto nei 5 anni di mandato, decidiamo di portare questi nomi ai partiti.
Scegliamo al nostro interno tre nomi che rappresentano aree e mondi contigui ma diversi: Andrea Bagni, Massimo Bani, Laura Bennati. Speriamo che di questa rosa i partiti possano condividere il profilo politico e apprezzare le succitate caratteristiche di garanzia.
L'incontro con i partiti si tiene lunedì 3 marzo. I partiti non prendono bene la proposta della rosa dei tre nomi e scopriamo, ah beata ingenuità!, che non era affatto scontato che la candidatura a sindaco dovesse essere una persona fuori dai partiti.
Martedì 4 marzo si riunisce l'Assemblea di UCiC che a parte alcune voci fuori dal coro è 'spiazzata' dal No dei partiti alle nostre proposte e reagisce in maniera confusa. In questa serata Andrea Bagni e Massimo Bani ritirano la loro candidatura in favore di Laura Bennati riconoscendola come la candidata più adatta ad incarnare lo spirito della lista di cittadinanza.
Dopo aver ascoltato tutti gli interventi dell'assemblea si esprime la candidata Laura Bennati, fondamentale avere la sua opinione dato che doveva fare 'la compensazione', che sottolinea di aver ascoltato tutte e tutti con attenzione per capire lo spirito dell'assemblea, di essere consapevole della situazione bloccata con i partiti, di prendere atto del poco rispetto che abbiamo verso noi stessi e della poca convinzione nel nostro progetto dato che al primo no dei partiti siamo pronti ad annullarci e lasciargli libera la strada. Ringrazia le persone nuove che hanno resistito a mesi di assemblee in cui non si è quasi mai parlato di contenuti ma ci si è concentrati quasi totalmente sui rapporti con i partiti, e si scusa con queste stesse persone per le assemblee impregnate di un politicismo che nulla ha da invidiare a quello da noi criticato nei soggetti partitici.
Sottolinea che il profilo politico espresso dalla sua candidatura, quello di una donna con una provenienza dal mondo del precariato, dai movimenti, dalla lotta contro la privatizzazione di Ataf, dal tentativo di aggregazione delle realtà di base attive sul territorio che è Spazi Liberati, perderebbe la sua credibilità e il suo potenziale in una lista unica con i partiti e per questi motivi dichiara che 'non ci sta'.
Domenica 9 marzo incontriamo i partiti, stavolta l'elemento di 'novità' che portiamo è la convergenza su un solo nome e spieghiamo molto bene il profilo politico della nostra candidatura.
La discussione non procede, da un lato perché il fatto che una candidata sia a trattare ad un tavolo in cui si discute di lei sconvolge la liturgia partitica per cui 'i giochi', pardon 'le trattative', non si fanno mai direttamente con gli interessati. Dall'altro lato la trattativa si arena perché tra una battuta e l'altra c'è la presa d'atto di alcuni dei componenti del tavolo che il profilo politico non coincide.
A questo punto non ci dilunghiamo oltre nei dettagli, ci sarà un'ultima assemblea larga in cui Alba esce da UCiC, perUnaltracittà dichiara che in un panorama con più candidature a sindaco non prenderà parte alla competizione ma che UCiC se vorrà andrà avanti, Azione Civile esce dal percorso.
Un gruppo di persone del nucleo originario a questo punto prende atto della fuoriuscita dal progetto delle tre componenti, del fallimento del tavolo di trattativa con i partiti che ancora non hanno chiaro al loro interno quale sia il profilo e la proposta politica che vogliono sostenere, considerano che si prospetta un vuoto di rappresentanza a sinistra del PD e data la situazione emergenziale in cui versa la città decidono di andare avanti coerentemente con il percorso intrapreso.
A questo punto diciamo la nostra sull'appello per l'unità della sinistra che sta girando negli ultimi giorni. Crediamo che la frammentazione odierna costruita ad hoc sul principio del “divide et impera” tra giovani e vecchi, precari e garantiti, italiani ed immigrati sia da ricomporre a partire dalle realtà di base in lotta e dalle istanze delle persone che vivono in questa città e che sono state escluse dai poteri che l'hanno governata.
Chiediamo rispetto, non siamo stati noi ad uscire da un percorso di sei mesi per lanciarne subito un altro, respingiamo quindi le accuse di personalismo, la “criminalizzazione” e l'ostracismo nei nostri confronti solo per aver dimostrato che si può essere coerenti, che può esistere una sinistra fuori da percorsi imposti dall'alto e che si può veramente praticare “un nuovo modo di far politica”.
Per fare la sinistra unita non basta dichiararlo e far ritirare tutti gli altri candidati di sinistra. Riteniamo quindi che la richiesta che ci viene fatta di 'ritirarci' e 'fare un passo indietro' sia da valutarsi alla stregua dell'invito al 'voto utile' e alla 'desistenza' invocati dal PD, offensiva del diritto al dissenso che abbiamo sempre difeso in piazza e che adesso difenderemo anche portando il simbolo del nostro progetto sulla scheda elettorale.
Non è più il tempo del passo indietro ma dei passi in avanti e di un progetto politico che prende vita dall'impegno sul territorio, che si inizia a delineare in questa fase elettorale ma che proseguirà oltre tale scadenza perché è un progetto politico per il futuro».
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