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ESCLUSIVO

Magherini, aggredito prima della morte? Testimone: "Litigava su Ponte Vespucci"

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Immagine articolo - Il sito d'Italia

"Tra le 00.30 e le 00.45 circa del 03.03.2014, mentre a bordo della mia autovettura Fiat Punto di colore grigio unitamente ai miei amici xxxxxx, seduto accanto a me che guidavo,xxxxxxx, xxxxxx, nonché xxxxx, seduti tutti e tre sul sedile posteriore, transitavamo sul Ponte Vespucci circa all'altezza della metà dello stesso vedevo due persone, mi pare al centro della strada con uno che strattonava per il giubbotto l'altro. Poi quello che strattonava lasciava la presa e rapidamente si buttava quasi sul cofano della mia auto tanto che mi vedevo costretto a frenare. In una frazione di secondo passava sul lato destro dell'auto aprendo lo sportello anteriore destro e saliva in auto e si metteva sul mio amico xxxxx con il volto a poca distanza del mio. L'uomo era veramente impaurito, tutto sudato, con una camicia un po' sbottonata e diceva: “aiutatemi, mi stanno sparando portatemi dai carabinieri di borgognissanti vi do mille euro a testo, portatemi dai carabinieri poi vi racconto cosa è successo”. L'altro uomo non l'ho più visto, ripartivo un po' impaurito dicendogli che Io avrei accompagnato dai Carabinieri” .
Quel viaggio durerà pochi metri e queste sono le parole di un testimone oculare che la notte del 3 marzo scorso incontra Riccardo Magherini prima che il 40enne fiorentino trovi una tragica morte in Borgo San Frediano durante un fermo dei carabinieri.

 

Ed è una testimonianza, avvalorata, anche dal vicino di posto che metterà agli atti le sue parole confermando di vedere una persona vicino a Riccardo Magherini sul Ponte Vespucci (vedi foto) “verso le 00.40”. E' molto importante per ricostruire parte di quei 20 minuti, da 00.20 a 00.45, che mancano nella ricostruzione finale del pubblico ministero Luigi Bocciolini. E queste testimonianze parlano proprio di un orario antecedente la chiamata al taxi.

 

Dalle parole di chi guida quella macchina Riccardo Magherini si “strattonava” con un'altra persona sul ponte Vespucci. Una persona “mi pareva vestita di scuro” ma che “non ricordo se indossasse una divisa” risponderà agli inquirenti il testimone. Chi litigava con Riccardo Magherini? Il 40enne fiorentino era secondo il testimone “molto agitato e impaurito perchè qualcuno voleva sparargli”. Riccardo Magherini era sudato.

 

Ha forse corso per scappare da qualcuno? Da chi? Probabilmente se quella lite finisce sulla metà di Ponte Vespucci verso Oltrarno inizia più lontano da lì. Dalla zona verso Lungarno Vespucci. Da più lontano, perchè Magherini è sudato e probabimente correrà molto. Ma con tutta probabilità quella lite nasce nelle strade che Riccardo incrocia dopo le 00.20 ma prima delle 00.45.

 

Ed è proprio in quei 20 minuti che mancano alla ricostruzione che Riccardo Magherini comincia ad avere paura. A sudare. A scappare probabilmente da qualcuno? Ma da chi? Chi incontra per scatenare un inseguimento? Dove lo incontra? La Procura non ricolloca la posizione ed i movimenti di Magherini in quei 25 minuti.

 

Eppure qualcosa accade proprio prima che il 40enne fiorentino chiami il taxi. Prima che in lui prevalga la paura. Forte. Fortissima. “Mi vogliono sparare, mi stanno inseguendo”.

 

E se ci fosse stato qualcuno? Perchè non viene dato credito a colui che guida la macchina, ed è ovviamente più concentrato a ciò che ha davanti? Perchè secondo la procura sono più attendibili probabilmente coloro che sedevano sul sedile posteriore e che dicono di non vedere nessuno. Eppure questo testimone descrive di vedere un uomo, Magherini, che si strattonava con un altro sul Ponte Vespucci. In un orario che manca all'elenco dei passaggi descritti dalla Procura. Eppure la testimonianza c'è. Perchè si è escluso subito che Magherini non venisse seguito da nessuno?

 

Perchè il pm ha dato credito alla linea sostenuta dell'effetto de l' “excited delirium” come scritto nella perizia dei coniugi Mari, la professoressa Bertol è la consulente esterna, e anche moglie, richiesta dal prof. Mari al pm Bocciolini per un approfondimento del caso.

 

Perizia che ha portato coraggiosamente i due tossicologi (ricordiamo che la tossicologia è la branca della farmacologia, il cui interesse si estende anche alla chimica che studia sintomi, meccanismi e trattamenti degli avvelenamenti di persone e animali ad opera di droghe, veleni o farmaci) a sostenere che quando i casi di morte “ExDS indotta da intossicazione acuta da cocaina avvengono senza l'intervento delle forze dell'ordine i casi sono molto meno 'sensazionali' e non interessano i media” sostenendo poi come “la restrizione del soggetto da parte delle forze dell'ordine non ha effetti significativi sulla funzione respiratoria”.

 

E invece questa testimonianza sostiene la presenza di un uomo che si “strattonava” con Riccardo Magherini. Non di un'ombra.

 

Ma questa possibilità di valutazione sul fatto che Magherini potesse essere seguito o meno da qualcuno sembra non aver interessato le indagini.

 

Anche per questo sarebbe necessario acquisire le telecamere di quella zona. A cominciare da quella in Borgo Ognissanti, che inquadrerebbe l'uscita di Magherini dall'albergo e di tutte quelle vie della zona che potrebbe aver percorso in quei minuti.

 

Via Montebello, dove sono presenti 9 telecamere della Dia, via del Curtatone, dove c'è traccia del passaggio di Magherini e dove c'è una telecamera che la inquadra proprio all'angolo con Montebello e anche su via il Prato dando ampia possibilità di poter vedere qualcosa.

 

Così come le altre 9 della Dia sul Lungarno Vespucci, per cui è appurato il passaggio di Magherini anche solo in taxi, oltre a quella di una struttura privata. Inutile aggiungervi anche quelle del comune sulla porta telematica che però era disattivata come quella a pochi metri dove troverà la fine in Borgo San Frediano.

 

Dopo essere sceso dall'auto dei ragazzi Magherini percorrerà Lungarno Soderini in senso opposto, sempre a piedi, dove può incontrare le telecamere della Caserma Cavalli, della Guardia di Finanza, di alcune strutture private, per girare su ponte alla carraia e correre verso piazza Goldoni dove troverà il taxi chiamato poco prima. Aggirando proprio i luoghi in cui prima è stato visto strattonarsi, e poi fermare un auto implorando aiuto.

 

Giorno dopo giorno, capiamo che queste indagini lasciano spazio troppo spesso a molti, moltissimi, dubbi. Troppe volte atroci. Spetterebbe agli organi preposti dare delle risposte. Sia sulla morte di Riccardo Magherini, sia su quello che è successo prima di arrivare a San Frediano.

 

Ma ad oggi le indagini sono chiuse. E le uniche telecamere che fanno vedere Magherini nella notte in cui muore, sono quelle amatoriali di chi, sgomento, riprende la scena, e quelle del ristorante Neromo dove ha cenato per l'ultima volta. Quelle ci sono. Quelle pubbliche che avrebbero risolto dubbi dando certezze, no. Speriamo solo per il momento.

 

 

I VERBALI DELLE DUE TESTIMONIANZE

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