Egiziano minaccia di morte una donna. "Nessuno ha mosso un dito per difendermi"

di Christian Campigli - Una banale discussione, terminata con una esplicita minaccia di morte. E' questo l'epilogo di un gravissimo episodio accaduto venerdì scorso all'ufficio postale di via del Mezzetta. "Erano le tre del pomeriggio - racconta Teresa, 47 anni, fiorentina -. Sono arrivata di fronte alla macchinetta che distribuisce i biglietti, necessari poi per recarsi allo sportello giusto. Davanti a me c'era una signora anziana, in difficoltà con la scelta. Sa, ci sono sei o sette opzioni, quando si superano i 70 anni è tutto più difficile. Si vede male, si ha paura di sbagliare. Sono in fila che aspetto quando arriva un ragazzo, sui 25, 30 anni al massimo, di evidenti origini nordafricane. Che si rivolge alla signora in modo arrogante e maleducato: "Si dia una mossa, non abbiamo tutto il giorno da perdere". L'anziana si fa da parte e lo straniero prende così il suo agognato bigliettino. "Ho provato rabbia in quel momento. Così sono andata dal giovane e gli ho detto che ci vuole rispetto per le persone anziane. A quel punto l'uomo mi ha detto di stare attenta, che se non la smettevo mi avrebbe ucciso, facendomi saltare in aria con una bomba. E mentre mi minacciava, mi sorrideva, baldanzoso e sicuro di sé".

Teresa ha subito provato un brivido, ha preso in mano il cellulare e ha chiamato i carabinieri. "In due minuti sono arrivati e hanno identificato la persona, un egiziano. Mi hanno detto che devo fare denuncia, io ci sto ancora pensando. Non ho voglia che certi soggetti conoscano il mio indirizzo. Ma confesso che da quel giorno ho difficoltà a dormire, mi guardo le spalle ogni volta che cammino per strada". Un episodio vergognoso, anche perché alcuni clienti, invece di sostenere Teresa l'hanno persino accusata di razzismo. "Alcuni hanno fatto finta di nulla, come se gli attentati, tutti di matrice islamica, fossero solo una invenzione dei giornali. Nessuno ha avuto il coraggio di dire una parola a quel delinquente. Il rispetto deve essere alla base della convivenza civile. Rispetto, non sottomissione".