La Fed conferma il mantenimento della sua politica monetaria accomodante e Wall Street ringrazia, con lo S&P500 che continua a far segnare nuovi record. Dopo un rialzo di oltre il 14% nel 2020, il 2021 si è aperto con un incremento superiore all’11% per il listino americano, con un aumento di quasi l’80% dal crollo di marzo 2020 ad oggi. Secondo gli analisti, la prestazione 2021 della Borsa USA è dovuta a una serie di fattori, tra cui l’accelerazione sul piano vaccinale e i segnali di ripresa per l’economia a stelle strisce.
Soltanto nel mese di marzo sono stati creati oltre 900 mila nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti, con le stime della Fed per la crescita che sono state riviste al rialzo al 6,5% per quest’anno. I dati macroeconomici americani sono ai massimi storici da 40 anni, inoltre non bisogna sottovalutare l’effetto leva garantito dalla Federal Reserve, attraverso il suo QE strutturale e la volontà di sostenere la ripresa anche a costo di far aumentare l’inflazione oltre il target del 2%.
Il momento positivo vissuto dell’azionariato USA non è esente da alcune preoccupazioni, specialmente per quanto riguarda l’incertezza che permane a causa del Covid-19. Il recente aumento dei contagi negli Stati Uniti sta destando allarme nell’equipe di Anthony Fauci, con l’immunologo statunitense a capo della task force per il contrasto della pandemia di SARS-CoV-2 che avverte sui rischi di una quarta ondata nonostante l’ampia copertura raggiunta oltreoceano.
Tuttavia, tra gli investitori retail rimane l’ottimismo nei confronti degli investimenti sui listini americani, come confermato dal famoso broker di trading online eToro. La piattaforma fondata a Tel Aviv è considerata al momento tra gli intermediari più apprezzati in Europa per investire online. Il merito di questo successo va attribuito anche alle condizioni vantaggiose di cui è possibile usufruire per aprire un conto per investire, come testimoniato anche da numerosi approfondimenti sul deposito minimo di etoro disponibili online.
Per quello che riguarda il mercato USA, l’operatore ha recentemente reso noto come l’indice più gettonato dagli oltre 20 milioni di trader iscritti alla piattaforma multi-asset sia proprio il Nasdaq 100, mentre tra i titoli con volumi più elevati ci sono Tesla, Microsoft e Apple.
La performance del Nasdaq, infatti, è stata ancora più impressionante di quella dello S&P500, con il listino dei titoli tecnologici salito del 44% nel 2020 e di quasi il 9% nel 2021, mentre dalla crisi di marzo dello scorso anno ad oggi la crescita è stata addirittura del 97%. Naturalmente non tutti i titoli hanno performato allo stesso modo, infatti dopo un 2020 chiuso con una perdita del 18% Intel è riuscita a recuperare, iniziando il 2021 con un aumento del 31%, perdendo il trend rialzista dello scorso anno del quale hanno beneficiato invece tutte le Big Tech.
L’azionariato americano rimane senz’altro il mercato di riferimento in questo momento, soprattutto considerando la forza dell’economia USA e il forte sostegno assicurato dalla Fed, oltre all’impatto nel breve e lungo termine degli stimoli fiscali del governo Biden. Ad ogni modo, per la diversificazione degli investimenti è fondamentale non guardare soltanto oltreoceano, tenendo conto anche delle opportunità presenti sulle Borse europee e delle potenzialità di asset legati al ciclo di crescita economica come le materie prime.
La performance di Wall Street da marzo 2020 ad oggi desta anche alcune preoccupazioni, in particolare in merito alla possibilità che i mercati USA siano vicini all’esaurimento del trend rialzista dopo aver raggiunto i massimi storici. L’allarme è stato lanciato dagli esperti di Deutsche Bank, con la banca tedesca che prevede un rallentamento della crescita dell’azionariato americano nei prossimi mesi, anche in presenza del mantenimento del supporto da parte della Federal Reserve e dell’amministrazione Biden.
In questo caso l’osservato principale è l’inflazione, poiché un’impennata dei prezzi potrebbe portare la Fed a cambiare la sua politica monetaria prima del previsto, causando un immediato stop al rally borsistico. Le opinioni rimangono comunque discordanti, tuttavia i segnali di una crescita economica più rapida del previsto sono ormai piuttosto evidenti, situazione che potrebbe spingere Jerome Powell ad anticipare la riduzione dell’offerta monetaria. Un altro indicatore potrebbe essere il nuovo ribasso del dollaro nei confronti dell’euro, dopo il rafforzamento del biglietto verde delle ultime settimane, un trend che rende essenziale monitorare con grande attenzione i dati macroeconomici USA e UE.
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