Le ex cave usate come discarica per sostanze tossiche e risorse idriche sottostanti severamente inquinate.
È questa la situazione che riguarda parte dei terreni lungo via Curzio Malaparte all'Osmannoro, l'area ad ovest di Firenze individuata dal Comune che dovrebbe accogliere il trasferimento della Mercafir, per fare spazio al progetto del nuovo stadio della Fiorentina ed opere connesse.
Fino all'inizio degli anni '60 parte dell'area veniva scavata, creando delle grandi cave profonde 4-5 metri, per estrarre terra argillosa e poi farne mattoni nella adiacente fornace. Dalla fine degli anni '60 inizio anni '70 le cave, oramai in disuso, furono riempite di rifiuti di ogni genere: inchiostri e materiale di risulta di un'industria tipografica; cascame di ferro e altri metalli provenienti dai torni del Nuovo Pignone, così come l'olio emulsionante usato per i macchinari del Pignone; cascame di aziende tessili e tintorie, fino alle autobotti che riversavano nelle ex cave ciò che prelevavano nei pozzi neri.
Una serie di inquinanti che hanno severamente compromesso le acque del sottosuolo. La conferma arriva dagli abitanti di Brozzi che, negli anni passati, hanno fatto analizzare le acque dei pozzi privati che adoperano principalmente per annaffiare orti e giardini. I risultati furono allarmanti: metalli pesanti ed altre sostanze nocive in alta concentrazione.
“Le ex cave profonde 4-5 metri, che prendevano circa un quarto dei terreni che sarebbero destinati al trasferimento della Mercafir – spiega un residente a Il Sito di Firenze – a fine anni sessanta inizio anni settanta cominciarono ad essere riempite con roba chimica di ogni genere. Prima, d'estate, ci si veniva a fare il bagno, poi fummo costretti a smettere. Ricordo le cisterne che venivano a scaricare l'emulsionante dei macchinari del Pignone, le cave – racconta – si presentavano come dei laghi bianchi, ci divertivamo a tirarci dentro i massi che restavano intrappolati superficie: era come gettarli nel burro”.
“Un volta colmate di sostanze inquinanti le cave furono coperte con un po' di terra e da allora – sottolineano – nulla è stato fatto. Nessuna bonifica! Queste sostanze hanno progressivamente inquinato la falda sottostante. Ci sono alcuni residenti che hanno fatto analizzare le acque dei pozzi che usavano per orti e giardini e i risultati dicono che sono piene di metalli ed altre sostanze nocive. Se qui ci spostassero il mercato ortofrutticolo, di certo non potrebbero battere i pozzi per usarne le acque per lavare materiali che vanno a contatto con gli alimenti”.
Questo è il quadro che ci hanno dipinto i residenti, che da ragazzi frequentavano con gli amici la zona e hanno visto trasformarsi le rinfrescanti cave d'acqua in un acquitrino di miasmi mefitici.
L'area dell'Osmannoro, ad oggi, non è ritenuta una soluzione gradita ai grossisti della Mercafir per il trasferimento. Oltre alla collocazione (lontano dal centro cittadino) e le modestissime possibilità di sviluppo, è stato già sollevato anche il problema della viabilità. Via Curzio Malaparte, infatti, corre tra due grandi arterie: via Lucchese e via Pistoiese. Accedendo da via Lucchese è presente una rotatoria, ma la strada e il ponte sopra il polo tecnologico delle Ferrovie è a una sola corsia per senso di marcia. La viabilità poi diventa a due corsie per senso, ma poi ritorna ad una e quando sbuca verso via Pistoiese presenta un incrocio assai pericoloso per immettersi nella direttiva che a destra porta verso Campi Bisenzio e a sinistra verso Firenze. Là sarebbe facilmente realizzabile una rotonda, ma il raddoppio delle corsie lungo il ponte sopra le Ferrovie, vista la lunghezza, implicherebbe dei costi considerevoli.
Viabilità, collocazione e possibilità di sviluppo futuro sono già ostacoli non di poco conto. Quanto emerge dai racconti dei residenti rappresenta un ulteriore aspetto negativo. Costi di bonifica, smaltimento degli inquinanti farebbero innalzare le spese che, sommate a quelle per l'acquisizione dei terreni, andrebbero ben oltre alle richieste pecuniarie fatte dal Comune alla Fiorentina per la monetizzazione del comparto Nord dell'area Mercafir (ACF ha presentato un progetto preliminare che insiste su 48 ettari dell'area Mercafir e, di fatto, renderebbe necessario il ricollocamento del mercato).
Da settembre, come annunciato da Palazzo Vecchio, inizieranno una serie di incontri tra Comune, grossisti e rappresentanti di Mercafir per cercare di individuare le soluzioni al trasferimento all'Osmannoro, ma ogni giorno il percorso appare sempre più in salita. Cosa accadrebbe se la ACF Fiorentina presentasse entro il 31 dicembre 2016 il progetto definitivo per il nuovo stadio ed opere connesse e il Comune non avesse ancora sciolto il nodo Mercafir?
Nel video de Il Sito di Firenze: l'area individuata per l'eventuale trasferimento del CAP, la mappa che mostra l'area dove venivano scaricati gli inquinanti e la viabilità attuale di accesso.
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