Sarà una Pasqua nervosa e di ‘suspense’ per la ricettività toscana. Lo dichiara Confcommercio Toscana, che ha stilato un’indagine tra gli operatori delle strutture ricettive di tutte le province a poche ore dal ponte pasquale. Che, mai come quest’anno, è appeso in buona parte alle speranze di un meteo clemente. Perché per il resto – fra crisi economica, terrorismo e allarme meningite – le aspettative del settore si sono ridotte.
Circa il 38% degli operatori coinvolti nell’indagine indica una sostanziale stabilità delle prenotazioni rispetto alla Pasqua 2015, oltre il 41% lamenta invece un calo, soprattutto nel segmento del turismo straniero, mentre gli altri prevedono un lieve aumento. Il “last minute” sarà dunque decisivo per riempire le strutture, a patto che il clima sia abbastanza mite. Chi decide di partire all’ultimo momento, infatti, in genere lega la scelta delle destinazioni al meteo.
Il 65% delle prenotazioni anticipate è relativa ad un soggiorno di due o tre notti il 29% di una sola notte, il resto di circa una settimana, soprattutto in agriturismi e case vacanza. Tratto comune di molti turisti di Pasqua è la propensione per un livello di spesa piuttosto contenuto: meno di 90 euro totali per un pernottamento in camera doppia. Il 25% è disposto a spendere fino a 120 euro, pochissimi supereranno le 150 euro a notte. “Spesa contenuta, a fronte di presenze più o meno stabili se non addirittura in diminuzione, significa tagli alla redditività e posti di lavoro a rischio”, sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “a questo si aggiunge che, fatta eccezione per destinazioni consolidate come Firenze, che lo scorso anno ha conosciuto un boom di presenze, nelle altre gli operatori della ricettività sono costretti a fare leva solo sul prezzo per sperare di attirare clienti. Li abbassano a fronte di aumenti costanti su tasse e tariffe, non ci deve stupire poi se il settore perde posti di lavoro”.
La realtà toscana è purtroppo in linea con quella nazionale denunciata dal rapporto realizzato da Confturismo in collaborazione con Ciset e presentato a Cernobbio in occasione del Forum di Confcommercio. “Il rapporto evidenzia una perdita media di redditività di 10 euro a camera in cinque anni per le imprese ricettive italiane. Quando l’unica leva di marketing è il prezzo, ovvero devo abbassare le tariffe per avere più clienti, è evidente che oltre alla concorrenza sleale e ad un cambio epocale di scenario nella competitività, il turismo soffre anche del fallimento delle politiche strategiche”, dice Marinoni, “la frammentazione regionale decisa dalla riforma del titolo V non ha giovato al turismo italiano, lo Stato dovrebbe ripensarci. Speriamo che la Regione Toscana colga l’occasione della riforma della legge 42/2000 per attuare migliori politiche di sistema”.
“Che la Pasqua alta, ancora invernale, penalizzasse un po’ il turismo ce lo aspettavamo”, prosegue Marinoni, “quello pasquale è sempre stato un turismo soprattutto interno, a parte nelle città d’arte più famose come Firenze o Siena. Sulla costa ci si aspetta la solita affluenza d’inizio stagione, legata anche alla riapertura delle seconde case. Ma è preoccupante il calo di prenotazioni messo in luce dai nostri associati, soprattutto fra gli ospiti internazionali. E dopo i tragici attentati di Bruxelles stanno pure arrivando le prime disdette. All’estero si ha l’immagine di un’Europa in guerra, assediata dai profughi e sotto allarme per il terrorismo. Lo conferma bene il "travel warning" diramato dal Dipartimento di Stato americano, che ha invitato i cittadini americani a non viaggiare verso e attraverso l'Europa”.
“In prospettiva, l’allarme terrorismo potrebbe far diminuire arrivi e presenze nelle città più grandi, dove il timore di attentati può essere più alto. Per i nostri connazionali in vacanza non resterà che scegliere destinazioni cosiddette “minori”, percepite come più tranquille, di cui la Toscana è ricchissima. Peccato però che queste destinazioni non siano quasi conosciute dal turismo straniero”.
Per adesso, gli operatori toscani lamentano in particolare la mancanza dei russi, alle prese anche con la crisi economica del loro Paese; degli americani; degli orientali, giapponesi in testa, il cui arrivo è stato frenato dall’allarme terrorismo fin dai fatti di Parigi. Mancano però all’appello anche i nord europei, anche se, generalmente, occorre aspettare la Pentecoste per rivederli in numero più consistente.
Oltre al terrorismo, in Toscana il turismo è alle prese anche con l’effetto meningite: “il turismo scolastico ne ha risentito, anche se è presto per tirare le somme”, anticipa Marinoni, “l’allarme meningite improvvidamente diffuso dalla ministra Lorenzin ha avuto un effetto dirompente, che di certo ha travalicato le sue intenzioni. Informazione e disinformazione si sono mescolate ma di sicuro agli operatori sono arrivate disdette o comunque una richiesta ridotta di prenotazioni”.
“C’è parecchia preoccupazione tra gli operatori del turismo e del commercio, che attendono dalla ripresa del flusso dei visitatori l’ossigeno per non far morire tante attività a rischio, soprattutto quelle a conduzione familiare che sono davvero allo stremo. Gli effetti della ripresa dei consumi, già molto contenuti (intorno all’1,4%) a loro non sono ancora arrivati”.
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