Sarebbe stata esclusa l'asfissia come causa della morte di Arafet Arfaoui, il 31enne tunisino anni deceduto il 16 gennaio 2019 durante un controllo di polizia a Empoli (Firenze) in un money transfer. E' quanto sostenuto nelle conclusioni della perizia che era stata disposta dal gip e che è stata discussa il 7 maggio scorso in sede di incidente probatorio nell'ambito dell'inchiesta che vede indagati cinque poliziotti, il medico e l'infermiera intervenuti nel money transfer. Secondo la relazione, il 31enne sarebbe deceduto per un arresto cardiocircolatorio dovuto a un'intossicazione di cocaina e alcol, alla quale si sarebbe sommato probabilmente lo stress dovuto al fatto di essere sottoposto a un intervento da parte delle forze dell'ordine. La perizia era stata disposta dal giudice per stabilire se la posizione in cui gli agenti hanno tenuto a terra l'uomo, per circa 15 minuti, prono e con le mani legate, potesse averne provocato la morte per asfissia. Gli esami eseguiti, secondo quanto appreso, avrebbero escluso l'ipossia, condizione patologica determinata dalla carenza di ossigeno all'interno dell'organismo. Sempre secondo quanto sostenuto dal perito, "i tempi e i modi delle attività di soccorso messe in atto dai sanitari del 118 intervenuti appaiono congrue, adeguate al precipitoso evolvere dei fatti e rispettose dei protocolli".
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