Facevano figurare gioielli integri, prodotti finiti e in ottimo stato di conservazione, come 'rottami d'oro'. La manovra serviva ai venditori per evitare il pagamento dell'Iva. Ben 4 'compro oro' sono finiti nel mirino della Guardia di Finanza, le operazioni del Nucleo Speciale Entrate dirette dal capitano Roberto Scafetta, hanno permesso di individuare un ammanco dell'Iva da parte degli esercenti (2 a Rifredi, 1 a Porta al Prato e l'altro a Campi) per 2,9 milioni di € e ricavi non contabilizzati per 630.000 €.
Le operazioni in violazione della normativa Iva vanno da poche decine di euro ad oltre centinaia di euro. In un caso sono state realizzate vendite di oltre 300.000 € in un mese.
In questo periodo di crisi, i negozi 'compro oro' sono aumentati del 25% su tutto il territorio nazionale, i controlli delle fiamme gialle si muovono a 360° al fine di prevenire la ricettazione dei preziosi rubati e il reato d'usura, sempre in agguato dove girano tanti soldi.
La normativa attuale prevede la possibilità d'acquisto da parte dei 'compro oro' di preziosi nuovi, usati o avariati, da rivendere al pubblico, a fonderie o ad altri operatori. E' vietato invece l'acquisto di 'oro da gioielleria' e la sua cessione dopo averlo fuso, per quest'ultima attività è necessaria la comunicazione alla banca d'Italia e l'iscrizione nell'apposito albo.
I 4 negozi in questione sono stati sanzionati, per due di loro è scattata anche la denuncia penale per omessa dichiarazione sui ricavi.
I controlli da parte dei finanzieri continueranno anche nelle promissime settimane.
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