"A distanza di quasi due mesi e mezzo dalla morte di David Solazzo, ad oggi non è ancora pervenuta alla Procura di Roma alcuna documentazione da Capo Verde, nemmeno la relazione dell'autopsia, e ciò nonostante le plurime richieste che la competente Ambasciata italiana ha comunicato di aver avanzato alle autorita' capoverdiane". Lo dice in una nota l'avvocato Giovanni Conticelli, legale della famiglia del giovane cooperante fiorentino trovato senza vita nella sua abitazione a Capo Verde.
Conticelli spiega che "da quanto ci è stato riferito, le indagini a Capo Verde sarebbero ancora aperte, sebbene dalle informazioni che siamo riusciti ad ottenere da persone che hanno visto David l'ultima sera, siano emersi nuovi elementi che destano preoccupazione: in particolare, ci è stato riferito che le scarpe che David indossava al momento della sua morte sarebbero proprio quelle che, nei video depositati alla Procura di Roma, si vedono abbandonate sul pavimento all'interno dell'appartamento dissequestrato: se ciò fosse confermato, rappresenterebbe un'ulteriore lacuna investigativa, insieme al mancato coinvolgimento della polizia scientifica, che lascia davvero perplessi".
Per il legale, infatti, "solo tramite il sequestro e l'analisi scientifica delle scarpe, infatti, sarebbe possibile comprendere se sulle suole vi siano tracce di sangue e se le pochissime impronte presenti nell'appartamento siano effettivamente riconducibili ai piedi di David, oppure ad altra persona" e inoltre "nel pavimento del bagno dove è stato ritrovato David vi sono segni di un'attività di pulizia del sangue per terra e non si riesce a comprendere chi, quando e perchè sia stata fatta".
In tal modo però, sottolinea Conticelli, "possono essere state cancellate eventuali tracce fondamentali per le indagini. Anche per questo l'acquisizione della documentazione di Capo Verde relativa allo stato dei luoghi appare di primaria importanza. Ad oggi, tuttavia, niente è ancora pervenuto".
"Siamo consapevoli che spesso il trascorrere del tempo porta a dimenticare, ma in questo caso non fa altro che accentuare la preoccupazione e non vorremmo che la soluzione più sbrigativa e semplicistica dell'incidente domestico possa essere preferita rispetto ad un'approfondita ricostruzione dei fatti e alla scoperta della verità". Lo ha detto Alessandra Solazzo, sorella di Davide, ricordando i ritardi delle indagini. "Sono già passati più di due mesi dalla morte di mio fratello e la polizia giudiziaria non e' ancora stata fatta intervenire nonostante le indagini siano sempre aperte".
"Gli elementi oggettivi e, in particolare, la rottura di quel vetro e la morte per dissanguamento di mio fratello ci fanno credere che non possa essere stato un incidente casuale e per questo non ci arrenderemo nella ricerca della verità", aggiunge Alessandra Solazzo. "Chiediamo nuovamente, e con forza, che venga instaurato un concreto dialogo tra il governo e le autorita' diplomatiche italiane e capoverdiane in modo da permettere un'effettiva collaborazione giudiziaria con la Procura di Roma".
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