Il dramma dell’alluvione di Firenze raccontato da un testimone molto speciale: l’assessore all’urbanistica di allora Luciano Bausi che era in strada quel fatidico 4 novembre 1966 a coordinare i primi interventi assieme al sindaco Piero Bargellini.
La cronaca di quelle ore entrate nella storia sono raccolte nel libro ‘Il giorno della piena’ che Bausi scrisse nel 1987, 20 anni dopo il disastro, e che la Fondazione Cassa di Risparmio ha voluto ristampare (Edizioni Polistampa) in occasione delle celebrazioni dei 50 anni dell’alluvione. Sarà distribuito gratuitamente assieme a La Nazione giovedì 3 novembre. Lo hanno presentato stamani in Palazzo Vecchio l’Assessore all’ambiente del Comune di Firenze Alessia Bettini, il Vice Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze Pierluigi Rossi Ferrini; il Direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis; i familiari del Senatore Bausi; l’editore Mauro Pagliai.
‘’Abbiamo accolto volentieri – ha detto il Vice Presidente Rossi Ferrini – l’invito della famiglia Bausi perché abbiamo pensato in primo luogo alle nuove generazioni che possono trarre preziosi insegnamenti per la vita di oggi dal conoscere come la città ha saputo risollevarsi dalla tragedia. Il libro documenta anche l’efficacia del lavoro di squadra come modalità fondamentare per raggiungere eccellenti risultati in tempi relativamente brevi. Un modello di azione valido allora, ma ancora più oggi di fronte ad una cronica mancanza di risorse, che la nostra Fondazione sta applicando in progetti che abbiamo da poco presentato. Mi riferisco alla collocazione di nuove telecamere in sei importanti piazze cittadine (realizzata assieme a Canon Italia, Comune e Prefettura) e alla realizzazione di una scuola antisismica a Cittareale (assieme e Unicoop Firenze e a Confederazione Misericordie d’Italia). Preciso inoltre che la ristampa del volume di Bausi, per la quale ringrazio il direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis, si inserisce in un ampio ventaglio di nostri interventi che si svilupperanno nell’arco delle celebrazioni di questi 50 anni’’.
«Ci sono particolari indimenticabili della sua esperienza di uomo politico e amministratore – ha sottolineato l’ Assessore all’ambiente Alessia Bettini - come l’impegno che profuse durante l’alluvione del 1966. Un impegno, una intelligenza ed una competenza che ritroviamo intatte in questo libro. Luciano Bausi legò poi la sua vita e la sua attività di sindaco a una stagione difficile ma anche molto operosa nella storia di Firenze, impegnata nella ricostruzione dopo l’alluvione e aperta al rinnovamento urbanistico. Fu sempre una persona disponibile, competente, dialogante con tutti, impegnato per il bene dei cittadini e la cura della città».
‘’La Nazione – ha dichiarato il direttore Pier Francesco De Robertis - ha aderito molto volentieri all'invito della Fondazione CRF e della famiglia Bausi per ricordare i 50 anni dalla tragedia dell'alluvione, iniziativa che si inserisce in una serie di eventi che il nostro giornale ha organizzato. Il lavoro dell'ex sindaco Bausi, protagonista d'eccezione dei fatti del 4 novembre 1966, rende una testimonianza unica dei momenti che la città di Firenze visse, e del grande sforzo collettivo per la ricostruzione che ne seguì, simbolo della capacità molto italiana di reagire ai momenti di difficoltà’’.
Nella pubblicazione il sindaco Dario Nardella ringrazia, a distanza di 50 anni dall'alluvione, Luciano Bausi, nel '66 assessore all'urbanistica nella giunta Bargellini e poi sindaco di Firenze dal '67 al '74, il sindaco della ricostruzione.
I figli hanno sottolineato che la memoria e il suo ricordo possono e devono essere uno stimolo e un esempio per vivere la politica fiorentina e non solo all'insegna dell'operosità e della dedizione assoluta verso gli altri, con competenza, semplicità e tanto lavoro. "Nostro padre – ha ricordato la figlia Susanna - fu un politico molto speciale e noi ancora oggi, in tempi così difficili nella gestione delle città, siamo orgogliosi del suo modo di essere e di procedere nella sua attività di sindaco del dopo alluvione. Ci guardiamo intorno e tutto ci parla di lui, a partire dall'illuminazione disastrata dopo il sisma e poi rinata, dalle nuove scuole che furono da lui inaugurate, sino al Ponte dell' Indiano. Lui che non si è mai sentito al di sopra degli altri fa sentire noi, a 20 anni dalla sua morte pieni di gratitudine e di desiderio di vivere facendo del nostro meglio per onorarlo, sempre".
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