Ad una settimana dalla spedizone punitiva nei confronti di 4 somali, avvenuta al centro interculturale autogestito Kulanka in via Luca Giordano sabato scorso, non si fermano le indagini dei carabinieri. Grazie alle testimonianze dei militari intervenuti si è giunti all'identikit dei malviventi (sono da definire alcuni dettagli). L'auto utilizzata per la fuga è stata invece passata ai raggi x dagli inquirenti, prelevate impronte, DNA e analizzato perfino il terriccio sotto le ruote.
Dopo l'aggressione agli africani, i balordi, due albanesi e una polacca, saltarono in tutta fretta a bordo di un'Audi Q7, risultata rubata. Intercettati in viale Etruria da una gazzella dell'Arma, riuscirono, dopo un rocambolesco inseguimento, a fuggire a piedi. Tranne la polacca, fermata dai militari e accusata di ricettazione in concorso.
Prima di allontarsi, gli extracomunitari ferirono uno dei carabinieri che li aveva raggiunti e gli portarono via la pistola d'ordinanza, la famosa Beretta 92 calibro 9 parabellum, utilizzata da tutte le forze dell'ordine italiane. Sul grosso Suv furono poi rinvenuti una serie di oggetti per lo scasso, va da sè che i protagonisti della vicenda sono quasi sicuramente ladri professionisti. Il movente della violenza gratuita è, a quanto pare, da ricercare in un banale diverbio avuto qualche ora prima tra i malviventi ed alcuni membri della comunità somala.
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