Bruno Cavini non è «mai stato il mandatario elettorale di Renzi, come facilmente riscontrabile da tutti i documenti». Lo dichiara in una nota Luca Lotti, capo di gabinetto del sindaco di Firenze Matteo Renzi, in merito al caso Lusi e alle dichiarazioni della sua segretaria Francesca Fiore. Lotti spiega che «dobbiamo essere grati» alla segretaria di Lusi «che mette fine a tre mesi di illazioni, polemiche e velate minacce, raccontando quello che da sempre diciamo a proposito dell'asserito, ma in realtà inesistente, finanziamento della Margherita alla campagna elettorale di Matteo Renzi. Il giorno stesso della pubblicazione della notizia da parte di Franco Bechis su Libero, Cavini aveva già spiegato di aver personalmente incontrato lo staff della tesoreria della Margherita per chiedere di poter accedere ai contributi del finanziamento pubblico anche per il territorio fiorentino, come del resto si era fatto più volte in passato. Era già accaduto nel 2004 per la campagna elettorale amministrativa e per molti convegni che avevamo organizzato, da Vallombrosa a Fiesole. Era del resto normale: i soldi del finanziamento pubblico andavano a iniziative politiche, non alle case dei dirigenti. E il tutto con fatture e bonifici in modo trasparente».
Bruno Cavini non è «mai stato il mandatario elettorale di Renzi, come facilmente riscontrabile da tutti i documenti». Lo dichiara in una nota Luca Lotti, capo di gabinetto del sindaco di Firenze Matteo Renzi, in merito al caso Lusi e alle dichiarazioni della sua segretaria Francesca Fiore. Lotti spiega che «dobbiamo essere grati» alla segretaria di Lusi «che mette fine a tre mesi di illazioni, polemiche e velate minacce, raccontando quello che da sempre diciamo a proposito dell'asserito, ma in realtà inesistente, finanziamento della Margherita alla campagna elettorale di Matteo Renzi. Il giorno stesso della pubblicazione della notizia da parte di Franco Bechis su Libero, Cavini aveva già spiegato di aver personalmente incontrato lo staff della tesoreria della Margherita per chiedere di poter accedere ai contributi del finanziamento pubblico anche per il territorio fiorentino, come del resto si era fatto più volte in passato. Era già accaduto nel 2004 per la campagna elettorale amministrativa e per molti convegni che avevamo organizzato, da Vallombrosa a Fiesole. Era del resto normale: i soldi del finanziamento pubblico andavano a iniziative politiche, non alle case dei dirigenti. E il tutto con fatture e bonifici in modo trasparente».
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