Guai per un avvocato di Firenze, Stefano Bertini, 63 anni, penalista con un passato in politica, con un mandato a Palazzo Vecchio da consigliere comunale nelle fila del Pdl e poi in Fli, che è stato interdetto dalla professione forense per un anno. Il legale è indagato in un'uggiosa storia di furto ai danni di un suo cliente, un badante cingalese, detenuto, che aveva ricevuto in eredità 2,3 mln euro alla morte di un anziano assistito.
Per il professionista, il pm Christine von Borries ha chiesto il carcere ma la richiesta è stata respinta dal gip Paola Belsito, che però ha applicato la misura dell'interdizione. L'avvocato, scrive, il gip nel suo provvedimento, "approfittando del rapporto fiduciario" con il cliente "si trova in una posizione di forza e di autorevolezza" al punto da "poterli rendere facilmente nuove prede per le sue condotte illecite".
Bertini "per la mole di debiti (780.000 solo con l'erario) che avrebbe contratto nell'ultimo periodo e per l'entità dei soldi nel frattempo sottratti" (almeno 1 milione di euro) al badante dello Sri Lanka e poi "evidentemente sperperati o quanto meno spesi", ed esiste "un elevatissimo rischio di reiterazione delle condotte". Secondo il gip inoltre permane "un pericolo che l'indagato possa commettere altri delitti della stessa specie, aggravati dall'esistenza di un rapporto professionale con le parti offese".
Bertini, secondo i magistrati, è responsabile di continui furti compiuti dal 2010 al 2015 ai danni del badante cingalese, detenuto per un duplice omicidio avvenuto nel 2010 in via del Moro a Firenze, ristretto all'Opg di Montelupo Fiorentino ed attualmente in una Rems. Per il legale è stato quindi disposto il "divieto temporaneo di un anno dall'esercizio della professione forense". Nei guai è finito anche un altro avvocato civilista, R.G., sospeso anche lui dalla professione.
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