"L’imam smetta di fare provocazioni, se la sua richiesta è seria allora presenti un progetto, individuando l’area dove la moschea verrà costruita, altrimenti smetta questa ciclica provocazione, che non serve a nessuno ed ostacola ogni tipo di processo di integrazione" Lo dicono i consiglieri del PdL Marco Stella e Stefano Alessandri. "Rispediamo al mittente la provocazione dicendo che saremo pronti anche a fare un referendum per non far costruire una moschea nella nostra città. Difendiamo i diritti sanciti dalla Costituzione fra i quali la libertà di fede e di avere luoghi di culto. Ma ci sono anche i doveri- spiegano Alessandri e Stella- , il rispetto delle leggi comunali, dei regolamenti urbanistici, la libertà di pensiero, quella delle donne e religiosa che prevede anche la possibilità di convertirsi. Troviamo poi singolare che tra i ‘paladini’ della libertà religiosa , vi siano persone che non hanno speso una sola parola in difesa del crocefisso nelle aule scolastiche. La costruzione della moschea è un procedimento urbanistico come gli altri, e come tale deve essere trattato, crediamo però che oltre al procedimento urbanistico la costruzione di una moschea a Firenze meriti un dibattito approfondito in termini culturali e politici. Occorre innanzitutto stabilire se la proposta si basa su un principio internazionale di reciprocità, ovvero su accordi soprannazionali che permettano la costruzione di chiese e templi anche nel mondo musulmano. E’ indubbio infatti che la condizione dei musulmani stabilmente residenti in Italia o naturalizzati italiani è complessivamente migliore di quella dei cristiani che risiedono nei Paesi islamici e che esiste pur sempre un problema di reciprocità. Vorremmo capire quanto i nostri connazionali che vivono stabilmente nei paesi arabi possano liberamente professare il culto, aprire attività commerciali in proprio, acquistare immobili, come da noi avviene per tutti gli stranieri naturalizzati. Se la libertà religiosa sancita dalla Costituzione deve valere per tutti allora sono inclusi anche i musulmani in Italia, e noi dobbiamo chiedere, e insistere con fermezza che loro accettino i dettami fondamentali della nostra società, senza chiudere gli occhi, per esempio, davanti alle grandi difficoltà che incontrano persone passate dall’islam al cristianesimo. Il problema a Firenze - concludono i due esponenti del PdL- , come in altre parti di Italia, non è tanto riferito al fare o no le moschee ma è la perdita della nostra identità e delle nostre tradizioni. Perché non aprire un dibattito sulle centinaia di piccole chiese sparse nei paesi di provincia bisognose di restauri che rappresentano la nostra millenaria identità culturale?"
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