Approvata la nuova legge sul cinema voluta dal Partito democratico: 24 voti a favore di Pd, Fds-Verdi e di Pieraldo Ciucchi del Gruppo misto, contro i 18 contrari di Idv, Pdl, e Dario Locci del Gruppo misto, 1 astenuto, l'Udc che però vale come voto contrario. La Lega Nord ha abbandonato l'aula prima che iniziasse la votazione. La legge che porta la firma di Nicola Danti e Caterina Bini, sostituisce la proposta di riforma del settore avanzata dalla Giunta nei mesi scorsi. Motivo della frattura interna la questione delle distanze tra i cinema per la quale tanto si è battuta la candidata dell'Idv Cristina Scaletti. Il partito di Di Pietro da mesi porta avanti la propria battaglia contro i multiplex, in particolare quello di Novoli a Firenze, chiedendo di prevedere una distanza minima di 15 chilometri, questo era previsto dal testo iniziale della Giunta, messo a punto dall'assessore alla cultura Scaletti. Distanza che la proposta del Pd prevede solo nel caso di strutture con oltre 8 sale. In particolare la normativa introduce la suddivisione degli esercizi cinematografici secondo tre fasce: in strutture piccole (fino a 4 schermi e 700 posti di capienza), medie (da 4 a 8 sale) e grandi (oltre gli 8 schermi). Prevista la liberalizzazione per le piccole realtà mentre per l'autorizzazione delle medie e grandi strutture è necessario un parere della conferenza dei servizi. Per l'autorizzazione di grandi multisala a oltre otto schermi, è inoltre previsto un parametro di 15 km di distanza tra una struttura e l'altra. Inoltre la nuova normativa prevede anche la possibilità di ''recuperare'' i posti cinema perduti nell'arco dell'anno nelle province gia' 'sature' dal punto di vista del rapporto tra abitanti e posti cinema che è il secondo parametro regionale per la concessione di autorizzazioni. Piuttosto sorprendente il voto a favore della legge da parte di Mauro Romanelli (Verdi), lo stesso che prese parte al sit-in contro il Multiplex insieme alla consigliera comunale Ornella De Zordo (perUnaltracittà), al collega Tommaso Grassi (listaSpini) e a Maurizio Paoli (presidente Anec Firenze e vicepresidente vicario Agis Toscana). Alla seduta non ha partecipato il presidente della Giunta Enrico Rossi e a esprimersi sulla proposta di legge del gruppo del Pd è stata solo l'assessore Scaletti che ha espresso ''forte perplessita''' e invitato l'aula a una ''riflessione''. ''E' evidente - ha detto - che una media struttura con 4-8 schermi e 2500 posti avrà un forte impatto sul territorio. Se si considera il cinema solo come un mercato si fa un grosso danno''. Scaletti ha poi parlato del rischio della 'mcdonaldizzazione' della cultura e di ''una sua gestione esclusivamente economica e commerciale''. Vittorio Bugli, capogruppo del Pd in regione ha difeso la legge, al contrario l'Idv, per bocca del capogruppo Marta Gazzarri e dei consiglieri Marco Manneschi e Rudi Russo, ha parlato di ''una legge che stravolge completamente l'obiettivo della proposta della Giunta''. Dal Pdl, attraverso il capogruppo Alberto Magnolfi e Giovanni Donzelli, l'invito a prendere atto che ''la maggioranza è spaccata'' e che con ''questa legge la maggioranza ha sconfessato la Giunta'' mentre ''il presidente Rossi non è in aula a dare una lettura politica'' della situazione.
Tuttavia se è vero che la maggioranza esce da questa votazione profondamente lacerata, l'asse Pdl-Lega di certo non è rimasta compatta. Come se non bastasse in aula mancavano 3 esponenti del Partito della Libertà, Stefania Fuscagni, Jacopo Ferri e Paolo Marcheschi. Se fossero stati tutti presenti il Pd sarebbe stato messo matematicamente in minoranza. Si è trattato dunque di assenze strategiche? Certo è che grazie a questa legge il Multiplex di Novoli ha la strada agevolata. Un dubbio resta: che abbiano ragione quanti sostengano che il Multiplex di Novoli gestito da “The Space” (Benetton 51% e Berlusconi 49%) metta d'accordo interessi traversali, dell'una e dell'altra parte?
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