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lunedì, 30 maggio 2011 - 23:02
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Edilizia e Sanità

Asl compra un immobile costruito 'a norma' Quadra

Tutto "pur di vendere San Salvi"
Immagine articolo - Il sito d'Italia

'Edificio per civile abitazione' questa la dicitura dell'immobile acquistato dalla Asl e da cui ricavare 12 appartamenti in cui trasferire 15 ex degenti del centro "I Girasoli", una residenza sanitaria di tipo M (Assistenza disabili psichici), il tutto per una cifra di oltre 4 milioni di euro. Piccolo particolare: i costruttori dell'immobile in questione sono coinvolti nel caso di speculazione edilizia ormai noto come 'caso Quadra' dal nome della società di progettazione finita sotto inchiesta per abuso edilizio. Ma facciamo un passo indietro, la Residenza 'I Girasoli' è al momento ospitata presso l'ex Ospedale Psichiatrico di San Salvi insieme al laboratorio 'La Tinaia' che si occupa della riabilitazione e socializzazione dei pazienti psichiatrici. Ma la Asl, proprietaria di San Salvi, ha deciso in accordo con il Comune di vendere l'intero complesso a privati, ufficialmente perché non più idoneo, poco pratico e troppo dispendioso, ufficiosamente per acquisire liquidità da investire nel nuovo ospedale Torregalli (che andrebbe demlito e poi ricostruito). Insomma si chiede ai 'Girasoli' e ai suoi 'ospiti' di fare le valigie, per loro si è provveduto all'acquisto di un edificio in Via Ponte di Mezzo 27 di proprietà della società New Abitare s.r.l. in cui ricavare i 12 appartamenti. E arriviamo ad oggi, i gruppi consiliare PerUnaltracittà e Spini hanno indetto una conferenza stampa per porre la questione all'attenzione pubblica, con loro anche i rappresentanti dei Comitati dell'ex Panificio Militare (in via Ponte di Mezzo), SanSalvichipuò e di Medicina Democratica. "Solleviamo seri dubbi sul fatto che un ente come l’ASL, nell’ottica della delocalizzazione delle strutture socio-sanitarie e della vendita dell’area di San Salvi, abbia scelto di trasferire alcuni ex degenti del Centro "I Girasoli" in un edificio che è stato oggetto di polemiche, discussioni e di indagini delle Autorità Giudiziarie – affermano i due consiglieri –. E’ bene ricordare che l’immobile posto in Via Ponte di Mezzo n. 27 è all’interno di un isolato in cui si sono susseguiti interventi di densificazione caratterizzati da un accumularsi e sovrapporsi di pratiche con iter discontinuo, travagliato e che alcune di esse sono ancora sottoposte a sequestro della Procura della Repubblica per indagini. A tutto ciò va aggiunto che il soggetto che ha chiesto il permesso a costruire dell’edificio è stato rinviato a giudizio in seguito all’inchiesta della Magistratura sui cantieri della società Quadra s.r.l.". Ma le difficoltà non finiscono qui, sembra infatti che l'edificio in via Ponte di Mezzo sia situato all'interno di una corte e disponga pertanto di un ingresso, l'unico per altro, a mo' di corridoio di circa 3 m d'altezza e 3 di ampiezza del tutto insufficienti in caso di evacuazione rapida per un incendio ad esempio. Tanto più che i residenti da 'evacuare' nel malaugurato caso, sarebbero dei pazienti non completamente autosufficienti. Perché dunque scegliere proprio un edificio i cui costruttori sono impelagati in indagini e questioni giudiziarie, e per di più non idoneo?

Infine, altro quesito posto dai consiglieri "Ha senso un acquisto di più di 4 milioni di euro da parte dell’ASL quando sul territorio fiorentino si chiudono, per mancanza di fondi, i servizi sociali e sanitari alla cittadinanza?". Sembra che la Consulta psichiatrica abbia espresso parere negativo al trasferimento di quella tipologia di pazienti in quel quartiere e in quell'edificio, tanto più che in questo come in altri casi dovrebbe valere il principio di territorialità che impedisce lo sradicamento di persone e pazienti dal proprio contesto.
"Continueremo - concludono De Zordo e Grassi - a seguire la vicenda sperando che l’Asl possa rivedere la scelta fatta e che presto si possa tornare indietro rispetto a una decisione che appare certamente un regalo fatto a chi, dopo aver speculato in un tessuto urbano assai delicato e fragile, ricorre alla soluzione di vendere un immobile ad un ente pubblico. Terremo l’attenzione sul tema, presentando delle interrogazioni in Consiglio sugli aspetti che non ci risultano chiari e chiedendo risposte precise all’ASL che non ha ancora perfezionato le pratiche di acquisto, e segnalando alle Autorità competenti i rischi che temiamo non siano stati presi in dovuta considerazione sotto il profilo della sicurezza". 

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