L'allenatore Serse Cosmi è intervenuto ai microfoni di Piazza Duomo in onda sulle frequenze di Radio Toscana. Queste le sue parole sulla Fiorentina e il prossimo incontro che vedrà affrontarsi, al Franchi di Firenze, i Viola e il Torino.
“Il campo ti pone di fronte a situazioni che prescindono dai gemellaggi, in cui entrambe le formazioni hanno bisogno di fare risultato: è una partita importantissima per la Fiorentina, forse un po' meno per il Torino che in queste sei giornate non avrà grandi difficoltà a guadagnare i punti per una salvezza tranquilla, anche se il calendario non è semplicissimo. La Fiorentina deve coltivare il sogno del terzo posto, che è difficile, ma che è giusto che tenga vivo, perché comunque entrerà in una competizione europea, ma fino all'ultima giornata lotterà per quell'obiettivo.
Mi piace guardare il calcio per quello che è e per quello che esprimono le squadre: la Fiorentina ha fatto un grande campionato, anche se difficilmente avrebbe potuto replicare l'ultimo campionato quindi che facesse meglio era scontato, data la città, la tifoseria e la proprietà, e si è espressa per tanto tempo in maniera positiva: al di là del risultato vincente questo è un ottimo campionato per la squadra Viola, ed ha avuto la grande sfortuna che il Milan si sia svegliato dopo una pessima partenza. Senza questo recupero la Fiorentina non avrebbe avuto problemi per il terzo posto, posto che adesso, anche se non impossibile, è più difficile da raggiungere.
Ho allenato Cerci per pochi mesi, era appena venuto via dalla Roma: negli anni successivi a Pisa ha dimostrato tutto il suo valore, dato che già a 19 anni era considerato un talento. Il talento va accompagnato ad una crescita che si realizza anche trovandosi nei posti giusti, nei momenti ideali, con gli allenatori, i dirigenti e i compagni che possano aiutarti: Cerci per un po' di tempo ha dato l'impressione di qualcosa di grande che però difficilmente si realizzava con continuità. La sensazione adesso è che abbia trovato continuità di gioco e sia meno vulnerabile sotto l'aspetto psicologico, ha un ruolo ben definito che lo aiuta; lui è capitato a Firenze, una piazza importante e difficile, nel momento sbagliato, mentre a Torino ha trovato un equilibrio: in certe piazze, ad alti livelli, non è facile. Adesso ha l'età giusta per fare il definitivo salto di qualità: sul suo
riscatto peserà molto il giudizio di Montella, anche perché tornerebbe a Firenze solo per giocare, ora che è arrivato in nazionale.
Non ho mai avuto problemi con Cuadrado, i problemi ce li hanno i suoi avversari: se lo scorso anno sia lui che Muriel fossero riusciti, nell'ultimo mese, ad avere il rendimento che avevano avuto nel resto della stagione, il Lecce quest'anno sarebbe probabilmente stato in A, ma erano stanchi e spremuti. Cuadrado è un giocatore irrazionale, ma è anche la sua forza.
Ho un ottimo rapporto con Pradè, cui consigliai Cuadrado: gli diedi il mio parere sul giocatore, come ho fatto anche con Larrondo, che secondo me ha buone qualità che finora non era riuscito ad esprimere, ma gli attaccanti, come diceva Gaucci, vanno aspettati. Aveva bisogno di confrontarsi con un ambiente diverso, e Firenze è un bel termometro per verificare se un giocatore abbia o meno gli attributi.
Pradè ha fatto tutto il calcio, non ha avuto la tavola apparecchiata, e questo è un bene: ha sofferto le categorie inferiori, ed una volta che è arrivato in alto non si è mai dato delle arie, ha sempre avuto un rapporto positivo con gli allenatori, difendendoli con grande onestà. Si è sposato perfettamente con le qualità e la filosofia di Montella e si merita tutto quello che sta raggiungendo”.
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