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Alloggi Erp

Troppi stranieri nelle case popolari. Nardella e la paura delle prossime elezioni

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

Di Christian Campigli – Nelle case popolari ci sono troppi stranieri. Serve un'inversione di tendenza. A leggere queste parole si potrebbe pensare ad una presa di posizione di un politico di destra.

Prima gli italiani è, da almeno dieci anni (da quando cioè i numeri dell'immigrazione sono diventati importanti) uno dei cavalli di battaglia dei politici di ispirazione liberale. Errore. In realtà questo semplice ma pungente concetto è stato espresso dal sindaco Dario Nardella. Del Partito Democratico. Se si vanno ad analizzare i dati è sostanzialmente impossibile dar torto al primo cittadino. Nell'aggiornamento 2017 della graduatoria provvisoria Erp 2016, come riporta l'ottima Olga Mugnaini questa mattina su La Nazione, si può notare subito una stranezza. Dei primi 50 assegnatari solo 15 sono italiani. Una disparità clamorosa, che a parti invertite avrebbe fatto gridare al razzismo i vari tromboni pseudointellettuali. E che viene bollata come la scoperta dell'acqua calda da parte delle opposizioni. "Assai sorprendente, o meglio dire ipocrita, l’esplicita confessione del sindaco - sottolineano Alessandro Scipioni, segretario provinciale della Lega e Federico Bussolin, coordinatore del comitato elettorale fiorentino del partito guidato da Matteo Salvini - Questa di fatto, appare una mera burla propagandistica: un cattivo, mascherato da buono, che sacrifica valori, usanze, beni materiali destinati agli italiani, giocando in modo beffardo alla finta celebrazione del dialogo tra le diverse culture. Crediamo che Nardella, stia pian piano venendo a galla, mostrando la sua vera natura a discapito del popolo italiano costretto a sentirsi schiavo, schiacciato, umiliato, non ascoltato, sottovalutato, e soprattutto non tutelato, in casa propria". Ma l'uscita di Nardella è solo l'ammissione di un errore e la richiesta di un cambio di direzione (aspetto lodevole nella politica italiana, un settore nel quale in molti sono convinti di essere infallibili) o nasconde anche altre verità? E' innegabile che la preoccupazione per le prossime elezioni amministrative stia salendo. Ed ha, probabilmente, condizionato anche questa sua esternazione. I sondaggi interni, riservatissimi, danno il primo cittadino non oltre il 37%. Primo, primissimo, con ampio distacco dal secondo contendente ma certamente al ballottaggio. Una parola che evoca nei dem presagi nefasti. Come quelli che hanno portato Nogarin alla guida di Livorno. La presa di posizione di un vecchio leone come Graziano Cioni, che parteciperà al voto con una propria lista civica, rischia di rimischiare ulteriormente le carte. La formazione guidata dallo Sceriffo viene accreditata da un minimo del 5% ad un più probabile 8%. Voti "di sinistra", che verrebbero tolti a Nardella. E che potrebbero risultare decisivi al ballottaggio. A Palazzo Vecchio sanno bene che i gravi ritardi sui lavori per la tramvia peseranno come macigni in campagna elettorale. C'è il timore di perdere un feudo essenziale per la sopravvivenza stessa dell'universo renziano. Molto dipenderà anche dai grillini, incapaci fin qui di sfondare nella nostra città e dal centro destra, che nel corso degli ultimi venti anni ha perso occasioni storiche anche per gravissimi errori nella scelta del candidato allo scranno locale più alto. Quel nome, oggi più che mai, peserà enormemente. Di sicuro le elezioni del 2019 saranno una partita che, appena due anni fa, sembrava solo un proforma e che oggi appare aperta ad ogni possibilità. Anche la più impensabile.

 

Christian Campigli

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