È vero, sempre più se ne parla; sempre più si vedono associazioni e gruppi più o meno formali dediti all’attività e estremamente dinamici nella preparazione, organizzazione e gestione di competizioni di diverso livello; sempre più, nelle fiere dedicate alle armi vere, viene ritagliato uno spazio, progressivamente in crescita, alle armi softair.
Ma come si svolge veramente l’ingresso nel mondo del softair?
Self made softgunner o associazione?
Innanzitutto è davvero necessario iscriversi ad un’associazione o si può praticare senza farne parte?
A riguardo si può dire che, come per ogni attività sportiva, si può giocare a softair anche solo tra due o tre amici, divertendosi nel darsi obiettivi, regole e limiti. Certo è però che quando si fa parte di un gruppo più consolidato, con una struttura e magari anche un terreno in cui allenarsi e provare le armi, la cosa si fa nettamente più interessante e divertente. Vi è infatti una bella differenza tra il tirare qualche colpo, la domenica mattina a casaccio, e lo sfidare una squadra avversaria, facendo parte di un’unità d’attacco di 5 o più elementi, ognuno con il proprio ruolo: avanguardia, copertura...
Al crescere del numero di elementi e delle possibilità di gioco, si assiste d’altra parte all’incrementare delle necessità da compendiare, alla differenziazione delle esigenze, all’aumentare delle difficoltà di gestione … Insomma, serve un’organizzazione ben strutturata, che distribuisca i ruoli, che si occupi dei contatti, che prenda le decisioni principali.
E, quando si tratta di mettere in piedi un torneo, da tenersi su un terreno pubblico o privato che sia, serve un responsabile, che si interfacci con le amministrazioni locali, per le comunicazioni e la richiesta dei permessi.
Insomma, appena possibile, scegli un’associazione e chiedi di farne parte. Beneficerai anche di una copertura assicurativa, che non guasta mai in caso anche di piccoli incidenti a qualcuno dei partecipanti.
L’entrata nell’associazione: i tre step
Ma come si entra in un’associazione di softgunner “professionisti”?
Non tutti i gruppi sono organizzati alla stessa maniera. In alcuni casi, e non richiede altro che la partecipazione alle uscite. In altri casi, invece, la procedura è leggermente più lunga.
I “più professionali” hanno elaborato una procedura suddivisa in tre step.
Nel primo si è sottoposti ad un incontro informativo e motivazionale. Da un lato, lo scopo è quello di spiegare al neofita le basi del softair, i suoi piaceri, ma anche gli aspetti più rigidi, (come la disciplina militare da rispettare) e quelli più duri (come le asperità da affrontare durante le competizioni che durano anche 12 o 36 ore); dall’altro, si vuole arrivare a capire il livello di interesse reale di chi sta venendo ad iscriversi: si tratta di semplice curiosità o di una passione che si porta dentro da mesi, cui finalmente ha deciso di dare sfogo?
Il secondo step è quello della giornata di prova. Il principiante, se lo desidera, può noleggiare l’attrezzatura che gli servirà durante le 3 o 4 ore della competizione. Qui avrà la possibilità di confrontarsi con il softair sul terreno, misurando le proprie capacità, la propria resistenza fisica e di valutare, a fine giornata, se si tratti della scelta giusta.
Il terzo e ultimo passaggio è quello dell’iscrizione definitiva: si compila il formulario, si firma la liberatoria, si paga la quota d’iscrizione e si riceve in cambio la tessera dell’associazione, con il proprio numero di socio.
L’acquisto del materiale
Ora, dulcis in fundo, c’è il materiale. Certo, l’equipaggiamento minimo richiesto è dato da un’arma e dagli occhiali protettivi. Ma per calarsi ancor più nella parte, per avere tutto quello che può servire nelle situazioni d’emergenza, non c’è limite agli accessori cui il softgunner non può rinunciare.
L’abbigliamento innanzitutto. Le scarpe, solitamente degli anfibi, devono proteggerti da pioggia e freddo, da terreni sabbiosi e da pietraie. La tuta mimetica, oltre a riparare il corpo da graffi, piccole contusioni, insetti e quant’altro, aiuterà anche a renderti meno visibile di fronte agli occhi dell’avversario. L’elmetto proteggerà la testa, mentre i guanti ti consentiranno di avere un’ottima presa sulle armi.
E poi le armi, certo. Una pistola, un fucile d’assalto, un mitra, un fucile da sniper: il mercato del softair non conosce limiti in questo campo.
Infine, vi sono tutti gli accessori che rendono più agevole la permanenza in esterno per varie ore e gli spostamenti sui sentieri per diversi km. Borracce o zaini camelback, zaini tattici per il materiale, caricatori e scorte di pallini softair biodegradabili, mirini, visori notturni e radiotrasmittenti.
In ogni città, oramai, si possono comprare i prodotti softair; alle volte si trova solo una parete dedicata all’interno dell’armeria del paese, delle altre invece ci sono dei veri e propri centri con tutto l’occorrente per l’appassionato, come, per esempio, i negozi di softair a San Marino. Spesso poi il punto vendita è dotato anche di una vetrina online, con possibilità di effettuare acquisti anche a distanza.
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