Uccise, per la disperazione, la moglie 88enne malata di Alzheimer, e oggi Giancarlo Vergelli, condannato dalla corte d'appello di Firenze a 7 anni e 8 mesi, ha ricevuto la grazia dal Presidente della Repubblica. L'omicidio avvenne a Firenze, nella casa di borgo Pinti, il 22 marzo 2014. Vergelli strangolò la moglie con una sciarpa, poi rimase accanto al cadavere circa un'ora e andò a costituirsi dalla polizia, spiegando di non resistere all'aggravamento della malattia della moglie.
Storia simile a quella di Vitangelo Bini, 89 anni, che doveva scontare una condanna, confermata in Cassazione, a 6 anni e 6 mesi per l'omicidio della moglie, che era malata di Alzheimer. L'omicidio risale al dicembre 2007. Bini, per 35 anni vigile urbano a Firenze, fino a quel tempo aveva assistito in casa la moglie Mara Tani, malata da 12 anni. Ma poi diventò necessario ricoverarla in una struttura sanitaria, a Prato. L'uomo, quando apprese del peggioramento delle condizioni della moglie, prese una pistola dalla sua collezione di armi e la uccise con tre colpi.
Il presidente della Repubblica, ha concesso la grazia anche a Franco Dri, 78 anni, che uccise il figlio tossicodipendente al culmine di una lite. Gli atti di clemenza individuale hanno riguardato il residuo della pena della reclusione ancora da espiare (circa 3 anni e 6 mesi per Dri, 5 anni e 6 mesi per Vergelli e 5 anni e 8 mesi per Bini).
Il presidente della Repubblica ha tenuto conto "dell'età avanzata dei condannati, delle precarie condizioni di salute, dei pareri favorevoli espressi dalle autorità giudiziarie nonché delle eccezionali circostanze in cui sono maturati i delitti, evidenziate nelle sentenze di condanna".
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