"Pago le tasse, amo chi mi pare, mi voglio sposare"
Questo striscione raccoglie un po' il punto chiave della questione laddove questione non c'è.
Erano un milione in 100 piazze italiane, oltre tremila in piazza della Repubblica a Firenze per #svegliatitalia ma anche ad Arezzo, Lucca , Massa, Pistoia, Viareggio e Livorno.
Striscioni, sveglie, musica e palloncini arcobaleno in mano a tanti bambini, uomini e donne per la manifestazione del ddl Cirinnà in favore delle unioni civili, che verrà presentato in aula del Senato il prossimo 28 gennaio con oltre seimila emendamenti da discutere.
Le idee delle persone sono tutte da rispettare, questo il principio sociale per eccellenza, ma ce ne sono alcune dettate non da senso civico bensì da pregiudizi medievali e cieca ignoranza: non è possibile tollerare oltre l'inciviltà e il non-amore.
Per questo è ora di svegliarsi anche per il Belpaese.
Perché è l'ora che un ragazzo e una ragazza possano svegliarsi in un paese più giusto. E' ora che l’amore dei loro amici omosessuali sia tutelato e protetto.
È ora che lo Stato tolga la distanza inammissibile che c'è tra due persone che si amano, per i loro colleghi gay o le vicine di casa lesbiche.
Perché un diritto è uguale per tutti, sennò si chiama privilegio.
E nessuno deve essere privilegiato quando si parla di diritti e doveri.
Su questo non c'è dubbio, ed è ora che non ce li abbia più nessuno.
Non c'è più un contro o a favore, convinti o indecisi, su come qualcun altro debba vivere la propria vita
In Italia è semplicemente ora di essere prima di tutto qualcos’altro, davvero e fino in fondo.
È ora di essere civili.
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