“Soldi levati di bocca alle famiglie che non arrivano alla fine del mese e alle imprese strangolate dalla crisi, un ulteriore gioco di favori tra la Chil Post di proprietà della famiglia Renzi, gli uomini di fiducia del premier e Fidi Toscana, la finanziaria che oggi si trova nell’occhio del ciclone”.
E’ con queste parole che il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, stigmatizza l’elargizione di 300mila euro, da parte di Fidi Toscana, alla società (poi fallita) della famiglia Renzi. “Mentre l’accesso al credito continua ad essere uno dei punti dolenti per migliaia di persone – spiega Donzelli – vediamo che 300mila euro vengono dati (senza accensione di ipoteche, peraltro) all’azienda di proprietà della famiglia del premier Matteo Renzi da una società pubblica partecipata sia dal Comune di Firenze (di cui Renzi era sindaco) sia dalla Cassa di Risparmio di Firenze, nel cui board compare l’amico storico di Renzi, Marco Carrai. Ci sembra immorale e intollerabile che la Bcc di Pontassieve, creditrice della Chil Post per 450mila euro, si sia vista rifondere il debito da Fidi Toscana: in altre parole, il debito della famiglia del premier è stato coperto dai soldi dei contribuenti grazie a un sistema di amicizie. Al di là di eventuali profili di illiceità, resta l’odiosa sensazione di una corsia preferenziale percorsa proprio da chi, una volta arrivato a Palazzo Chigi, si professa paladino della trasparenza”. Da qui la proposta di Donzelli: chiudere Fidi Toscana, “perché non serve alle imprese che lo meriterebbero ma è un coacervo di clientele e favoritismi”.
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