Addio Champions. Addio vecchia Inter. La squadra di Ranieri vince contro l'Olympique Marsiglia per due reti a una ma non accede ai quarti di finale di Champions League. I nerazzurri spendono tutto, ci mettono il cuore ma l'energia è finita, il carburante scarseggia, il gruppo è agli sgoccioli.
Anche questa volta, come all'andata, a decidere è un gol in pieno recupero, l'1-1 di Brandao su rilancio del portiere che è fotografia di un'annata no, e forse della fine di un ciclo. Sneijder non fa la differenza, la difesa traballa, il centrocampo vacilla. L'Inter - che si riconcilia con il pubblico di San Siro - spreca due occasioni, ennesimo segnale di una stagione stentata, lastricata di dolore e lacrime. Il Marsiglia - che aveva vinto all'andata per 1-0 - sovrasta fisicamente l'Inter che si accende di tanto in tanto ma appare imballata e ferma, poco dinamica e molto lenta. Il momento negativo frulla tutti in una centrifuga disgraziata e il finale rocambolesco suggella un atto drammatico della storia recente della squadra guidata da Claudio Ranieri il quale si addossa le responsabilità e, ancora una volta, difende i suoi giocatori con passione e generosità. L'Inter ha lottato, ci ha provato ma il disastro combinato da Samuel e Lucio sul gol del pareggio siglato da Brandao è la prova di una assenza non solo fisica ma anche psicologica. L'Inter è da ricostruire e - per il momento - bisogna solo andare avanti tra le difficoltà. La sfortuna non basta a giustificare l'andamento dell'Inter ma sembra la conseguenza logica di un ciclo che è finito. L'incipit della partita lasciava spazio all'illusione europea: all'8', i nerazzurri mancano una palla gol davvero clamorosa. incursione di Zanetti sulla destra che trova Sneijder che trova non la rete ma il portiere marsigliese Steve Mandanda, uno dei protagonisti principali del match. Al 21', ancora una occasione limpida con Milito che non concretizza. Ancora un miracolo dell'estremo difensore. La squadra però non gira affatto a cominciare da Sneijder che poi chiederà il cambio evidentemente per problemi fisici. Forlan è l'emblema di una campagna acquisti senza nè capo nè coda. Maicon non spinge a dovere, migliorando soltanto nel finale. Nagatomo così e così. Samuel e Lucio molto mediocri. Cambiasso parte dalla panchina, va in campo, sfiora anche il gol ma non riesce a ribaltare la situazione. Stankovic si batte come un leone, si arrabbia, tenta il tiro da fuori area. I giovani, Poli e Obi, non riescono a emergere dalla palude nerazzurra. Il gol che proietterebbe l'Inter nei tempi supplementari lo firma ancora una volta Diego milito al 30' del secondo tempo quando in area si accende una mischia, batti e ribatti, sbaglia Pazzini, arriva Milito con una delle sue classiche reti. Si accende San Siro che sostiene la squadra che mostra temperamento e volitività. Qualità che non bastano perchè - nell'Inter - qualcosa si è spento. E la colpa non è di Ranieri, o almeno non può essere il capro espiatorio si una situazione spinta al limite. Un quasi collasso collettivo che si trascina da tempo come un'agonia. Il finale della gara ha del rocambolesco con Deschamps che butta nella mischia Brandao che segna a tempo scaduto per una incredibile disattenzione di Lucio e Samuel in seguito allo sviluppo di un calcio d'angolo. L'Inter insegue il sogno che non si avvera, nonostante - nel finale in un crescendo di emozioni - riesca a conquistare un calcio di rigore trasformato da Pazzini che se lo era conquistato Mandanda lo falcia infatti in area, per lui secondo giallo e conseguente espulsione. Finisce due a uno nello scoramento corale. Un anno da dimenticare e sul quale riflettere perchè i giocatori - sotto il profilo dell'attaccamento e dell'agonismo - non hanno demeritato. Sono semplicemente stanchi e logorati da troppe partite e da un'età che non è la migliore. Il presidente Massimo Moratti dovrà rimboccarsi le maniche e decidere quale strada prendere, se continuare ad arrancare o sperimentarne una via nuova e coraggiosa. Quel progetto che dovrebbe prendere forma a giugno non può restare lettera morta. La svolta serve solo se radicale. (ANSA).
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