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Tangenti e appalti truccati

Scandalo ANAS Toscana, le indagini sono partite dalla TAV di Firenze

Immagine articolo - Il sito d'Italia

Sono scaturite da uno stralcio dell'inchiesta sulla realizzazione del nodo Tav di Firenze, le indagini che hanno portato all'arresto dell'imprenditore Francesco Mele e di tre dirigenti dell'Anas Toscana.

Il nome di Mele emerge, per la prima volta, nel corso di controlli sulla regolarità delle procedure di affidamento di commesse per lo smaltimento rifiuti del cantiere del lotto numero 2 passante del nodo Tav fiorentino. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, nel corso di una perquisizione eseguita presso una ditta di gestione rifiuti, la 'Ecogest', fu nascosto un fascicolo di documenti riguardanti il rapporto con la società En.Gen.co, rappresentata proprio da Francesco Mele. "Imprenditore spregiudicato", come viene definito nelle carte dagli inquirenti, Mele incentrava la sua attività sulla "gestione di ingenti somme di denaro sia direttamente che tramite terzi". A sua volta, hanno accertato gli investigatori, Mele "rendicontava" i suoi affari "nei minimi dettagli" a un commercialista con studio nel Napoletano, considerato un "trait d'union con la criminalità organizzata campana", in particolare col clan camorristico Cesarano di Castellammare di Stabbia. L'imprenditore arrestato, referente di diverse società, negli uffici dell'Anas Toscana era di casa. Per aggiudicarsi i lavori proponeva quelli da appaltare e predisponeva i bandi di gara. Ai funzionari Anas elargiva tangenti, in alcuni casi consegnate anche a domicilio sotto casa, ma anche viaggi, cene, e piccoli favori, come passaggi all'aeroporto, bottiglie di vino, biglietti per l'autodromo del Mugello. L'inchiesta della procura di Firenze sembra destinata ad avere ulteriori sviluppi: i reati emersi dalle indagini, affermano gli inquirenti nella carte, sono solo "la punta di un iceberg di un collaudato ed ampio sistema corruttivo". (ANSA)

 

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