di Christian Campigli - Un incontro in Prefettura, una stretta di mano (con tanto di sorriso d'ordinanza) col sindaco e una cena con oltre ottocento invitati. Nel mezzo una piccola manifestazione di duecento studenti. La giornata fiorentina di Matteo Salvini si chiude con un bilancio positivo, che dimostra, ancora una volta, come il vento sia cambiato radicalmente. Anche nella rossa Toscana.
Dopo aver visto Dario Nardella, il ministro degli Interni è arrivato all'Hotel Mediterraneo pochi minuti dopo le 20. E subito si è fermato a chiacchierare con noi giornalisti per almeno mezz'ora. Sul candidato sindaco della Lega, sulla priorità che riveste Firenze nello scacchiere nazionale, sull'aeroporto e anche su Milan-Fiorentina, la gara che si giocherà domani. “Il nuovo primo cittadino lo decideranno i fiorentini, io rappresento un partito che da sempre presta grande attenzione ai territori. E sarà cosi anche in questa occasione”.
Come dire, ciò che mi verrà riferito dalla dirigenza toscana, Susanna Ceccardi in primis, verrà appoggiato dal segretario. I nomi sul tavolo, in realtà, sono sempre gli stessi. Un nodo che verrà sciolto in modo definitivo subito dopo le feste natalizie, il 10 gennaio per la precisione. In pole position Ubaldo Bocci, uomo forte di Azimut, figura che piace molto agli alleati (Fratelli d'Italia e Forza Italia) e anche a Confindustria Firenze e Paolo Amato, un mix di esperienza, scaltrezza e intelligenza politica.
Verrà sondata anche la disponibilità di Paolo Del Debbio, giornalista noto e popolare, ma sicuramente più adatto per la carica di governatore che per quella di primo cittadino. I fiorentini, orgogliosi e con un pizzico di puzza sotto il naso, non tollererebbero l'idea di essere amministrati da un uomo, seppur capace, nato 60 anni fa a Lucca. Sull'aeroporto Salvini è stato perentorio. Si farà e se il territorio non sarà in grado di trovare una sintesi sarà il Consiglio dei Ministri a farlo.
“Appena governeremo Firenze penseremo alle numerose occupazioni abusive e ai campi rom. Che vanno chiusi. Soprattutto quello nel quale vivevano gli assassini del giovane travolto sei mesi fa mentre andava in scooter a lavoro” (il riferimento è chiaramente a Duccio Dini). Una battuta su Milan Fiorentina (“spero in uno 0 a 0”) e di corsa verso una doccia rapida (“ne ho bisogno”). Poi il consueto bagno di folla. Ottocento persone accorse solo per lui. Strette di mano, saluti e gli immancabili selfie, che vanno avanti fino alle due di notte. La giornata fiorentina di Matteo Salvini si chiude con una solida certezza: per la prima volta dal dopoguerra anche Firenze è contendibile.
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