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Il decalogo

Firenze: approvate le nuove misure per la tutela e il decoro del centro storico

Immagine articolo - Il sito d'Italia

Un pacchetto di misure per la tutela e il decoro del patrimonio culturale del centro storico di Firenze. È quanto contenuto nel regolamento approvato ieri pomeriggio dal Consiglio comunale, che ha dato il via libera alla proposta presentata dalla Giunta.

Il testo è stato illustrato dal sindaco Dario Nardella e dall'assessore allo Sviluppo economico Giovanni Bettarini.
“Un regolamento con obiettivi molto chiari: promuovere la residenza e tutelare la salute pubblica – ha detto Nardella - Dopo le liberalizzazioni di Bersani e Monti ci muoviamo in un contesto di norme che non aiuta i sindaci a intervenire sul commercio, tuttavia con questo regolamento introduciamo una serie di misure per tutelare il nostro centro storico. Il divieto di vendita di alcolici e superalcolici dalle 21 in poi, a meno che non si consumino all’interno dei vari locali; il principio di tutelate i negozi storici e il commercio tradizionale con prescrizioni che migliorano il servizio come l’obbligo di un bagno o di una superficie superiore a 40mq. Tutto questo – ha proseguito il sindaco - vale per il futuro. Tuttavia, noi chiediamo anche ad alcuni soggetti esistenti di adeguarsi alle nuove norme, in particolare, tutte le attività commerciali che si richiamano ai minimarket e agli Asia market. Questo regolamento vuole colpire prima di tutto questi soggetti già esistenti ed evitare che ne aprano di nuovi, poiché si tratta di negozi che non danno un servizio alla residenza ma vendono quasi esclusivamente alcolici e superalcolici che provocano un danno serio alla salute, soprattutto dei nostri giovani, provocano degrado e non ci consentono di preservare il tessuto commerciale tradizionale del nostro centro”.
“E' il primo regolamento del genere in Italia – ha detto Bettarini – e contiene misure che consideriamo ormai indispensabili per tutelare in modo concreto il decoro del centro storico. Non c'è alcun rischio di danneggiare bar e ristoranti perché abbiamo escluso gli esecizi di somministrazione dall'obbligo di adeguarsi entro tre anni alle nuove norme. Al contrario i minimarket non avranno vita facile”.
Con il regolamento approvato oggi si vieta l’apertura nel centro storico di nuove attività (anche in caso di trasferimento dall’esterno del centro storico) di commercio al dettaglio di generi alimentari, somministrazione di alimenti e bevande, oltre che di attività artigianali e industriali di preparazione o vendita di prodotti alimentari. Fa eccezione il caso in cui l’esercente si obblighi a rispettare alcune condizioni. In particolare, la vendita e somministrazione di bevande alcoliche è ammessa solo in locali con superficie non inferiore a 40 metri quadrati e con almeno un servizio igienico per i clienti, accessibile ai diversamente abili. Non solo, i locali si obbligano a prendere misure per evitare assembramenti di clienti che possano disturbare la quiete pubblica, ma anche a vendere o somministrare prodotti di filiera corta o comunque tipici del territorio e della tradizione di Firenze e della Toscana. Inoltre, non possono essere esercitate attività riconducibili a money change, phone center, internet point e money transfer.
Le attività già esistenti dovranno adeguarsi entro tre anni dall’entrata in vigore del regolamento. Sono esclusi gli esercizi storici, di commercio tradizionale e gli esercizi di somministrazione (i vinaini possono essere esclusi dall'obbligo di adeguarsi entro tre anni sotto due profili: nel caso in cui siano esercizi di somministrazione e nel caso rientrino tra gli esercizi storici o del commercio tradizionale).
Nel centro Unesco è inoltre vietata la vendita di una serie di tipologie merceologiche, che vanno dalle materie prime tessili ai legnami e prodotti per l’edilizia, rottami e materiali di recupero. Stop anche all’apertura di nuove attività commerciali, artigianali e industriali che preparano o vendono pizza, in forma esclusiva o prevalente. La vendita di pizza in modo non prevalente sarà possibile se il prodotto non viene pubblicizzato in maniera percepibile dall’esterno del locale (vetrina, insegna, altro mezzo pubblicitario). Sono vietate nuove attività commerciali, artigianali e industriali che utilizzino alimenti precotti o surgelati e quelle realizzate attraverso apparecchi automatici di vendita o somministrazione; le attività esclusive o prevalenti di fast food o self service (tranne quelle all’interno della stazione di Santa Maria Novella); le discoteche, sale da ballo; le officine di riparazione auto, le attività di money change, phone center, internet point, money transfer esercitate in modo prevalente, i compro-oro, le sale giochi o centri scommesse e i centri massaggi.
Nei negozi di alimentari (minimarket) è vietato pubblicizzare ed esporre nelle vetrine o in maniera percepibile dall’esterno bevande alcoliche di qualsiasi gradazione. Questi esercizi hanno l’obbligo di vendere almeno cinque tra le seguenti categorie merceologiche: da forno, frutta, verdura, gastronomia, latte e derivati, carne, pesce. I prodotti alimentari esposti per la vendita devono essere sistemati solo sugli scaffali e non direttamente a terra. Le vetrine non possono essere utilizzate per lo stoccaggio delle merci. E’ vietato installare pannelli luminosi diversi dalle insegne regolarmente abilitate, schermi a led, lcd o simili, che siano visibili dalla strada, ad eccezione degli addobbi natalizi nel periodo fissato dall’amministrazione.
Gli esercizi già esistenti devono adeguarsi entro tre mesi dall’entrata in vigore del regolamento.
Sono previste disposizioni particolari per via Tornabuoni e Ponte Vecchio. In via Tornabuoni, nei locali che si affacciano direttamente sulla strada, sono consentiti solo negozi di moda di alta gamma, librerie, gallerie d’arte e antiquari, somministrazione di alimenti e bevande, banche e assicurazioni, commercio di oggetti preziosi, orologi, oggetti d’arte, cose antiche o articoli di antiquariato, articoli di numismatica e filatelia, artigianato tradizionale e artistico. Sul Ponte Vecchio è consentito solo il commercio di oggetti preziosi, orologi, oggetti d’arte, cose antiche o articoli di antiquariato, articoli di numismatica e filatelia, mentre è vietata la somministrazione di alimenti e bevande.
Il nuovo regolamento introduce la funzione di esercizio storico, i cui requisiti (da mantenere anche in caso di modifiche degli esercizi) saranno definiti con disciplinare della giunta a partire dall’elenco ‘esercizi storici’ allegato al Regolamento urbanistico. La trasformazione dell’esercizio storico è vietata, a meno che la giunta non deliberi che le qualità strutturali e storiche vengono mantenute anche modificando l'oggetto dell'attività.
Per prevenire situazioni di degrado urbano, i proprietari di immobili commerciali nel centro Unesco sono obbligati a mantenere pulite saracinesche e vetrine, anche se si tratta di locali temporaneamente sfitti o non ancora attivi. Per i locali sfitti, inoltre è previsto l’oscuramento delle vetrine in modo da rispettare il decoro estetico delle vie del centro e il divieto di affissione alle vetrine di manifesti e volantini. Le insegne devono essere mantenute in buono stato e rimosse per gli esercizi cessati. Per quanto riguarda i dehors, il termine di utilizzo è fissato alle 23 (a meno di eventuali proroghe).
La seconda parte del regolamento è dedicata a contrastare l’abuso di sostanze alcoliche nel centro storico. In particolare, è vietata la vendita di alcolici di ogni gradazione, in qualunque contenitore, dalle 21 alle 6. Nella stessa fascia oraria la vendita per asporto è vietata da parte dei somministratori, ad eccezione del servizio al tavolo. E’ vietato somministrare alcolici di ogni gradazione e natura dalle 2 alle 6. La somministrazione di bevande alcoliche su spazi e aree pubbliche deve cessare dalle 24 alle 7, ad eccezione di fiere, sagre, mercati o manifestazioni in cui si promuovono la produzione o il commercio di prodotti tipici locali. È vietato pubblicizzare bevande alcoliche, anche promuovendo sconti, offerte, condizioni vantaggiose d’acquisto o consumo, così come vendere o somministrare alcol a gruppi organizzati per il consumare a prezzi vantaggiosi e in più locali (cosiddetto “alcol tour”). L’organizzazione e la promozione di questi gruppi è vietata. Nelle aree esterne di pertinenza dei locali, gli esercenti devono provvedere alla pulizia e alla rimozione dei rifiuti entro un’ora dalla chiusura del locale. Le limitazioni sugli orari non riguardano la notte di Capodanno, la Notte Bianca e la notte di San Giovanni (altre deroghe possono essere stabilite dalla giunta).
Entro un anno l’amministrazione verificherà gli effetti dell’applicazione del regolamento e i risultati raggiunti.

 

 

Decalogo

 

 

  1. Meno alcol, più salute

    Divieto dalle 21 alle 6 di vendita da asporto di alcolici e superalcolici

  2. Più tradizione, meno mercificazione

    Tutela della funzione di esercizio storico, elenco esercizi storici e del commercio tradizionale entro 90 giorni

  3. Più decoro, meno degrado

    Divieto di esposizione di alcolici nelle vetrine, no pannelli luminosi, obbligo di pulizia esterna

    Divieto vendita di alcolici in vetro dalle 21 anche per somministrazione

  4. Più residenza in centro

    Tutti i minimarket entro 3 mesi devono avere almeno 5 tra prodotti da forno, frutta, verdura, gastronomia, latte e derivati, carne, pesce

  5. Più qualità

    Introduzione filiera corta e prodotti fiorentini e toscani. Confermate le misure del piano del commercio vigente

  6. Più servizio

    Gli esercizi che vogliano vendere alcol devono avere nuovi parametri di servizio: bagno e 40 metri quadri di superficie

  7. Più vivibilità

    Norme antiassembramento: i nuovi esercizi per aprire dovranno comunicare come gestiranno i possibili assembramenti

    Orari dehors portati alle 23

  8. Tempo libero, più legalità

    Stop ai centri massaggi che nascondono altre attività illecite e blocco delle sale giochi

  9. Chi sbaglia e chi non si adegua paga e chiude

    Per quelli esistenti: 3 anni di tempo per adeguarsi (ad esclusione di bar, ristoranti e locali, esercizi storici e del commercio tradizionale). Tre mesi per adeguarsi alle norme sulla qualità dell'offerta

    Sanzioni severe con multe e/o chiusura

  10. Più chiarezza, più controlli

    Verifica annuale dei risultati

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