Un drappo nero appeso sul terrazzo di Palazzo Vecchio e la notte in corso luci spente sul Nettuno dell’Ammannati, la statua del ‘Biancone’ in piazza della Signoria:
così la città di Firenze ha partecipato al lutto per la morte dell’archeologo siriano Khaled Asaad, capo dei servizi archeologici dell’antica città romana di Palmira.
“Momenti di lutto come questo ci portano a riflettere su quanto il patrimonio culturale e chi se ne prende cura siano bersaglio di chi vuol colpire al cuore l’identità profonda dei popoli, perché questo rappresentano le culture - ha detto la vicesindaca Cristina Giachi -. Con il convegno sull’egittologia che comincia domenica speriamo che da Firenze parta un appello, che il sindaco Nardella vorrebbe rivolgere a tutti gli uomini di cultura dei Paesi musulmani, per stringersi tutti in una chiara rivendicazione di pace, conservazione e vita per i popoli e per le culture che esprimono - ha continuato -. Colpire l’arte, la cultura, gli studiosi e gli scienziati è un modo per colpire al cuore l’identità dei popoli e questo non sfugge a chiunque abbia un po’ di sensibilità culturale e antropologica. Inviteremo tutti i partecipanti al convegno sull’egittologia - ha concluso Giachi - a lanciare un appello per rivendicare una posizione di netto distacco e rifiuto della violenza e soprattutto della violenza che vuol colpire l’identità dei popoli”.
(foto di repertorio)
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