“Se vogliamo evitare altri disastri, il Comune di Firenze deve adottare una seria politica di gestione del patrimonio arboreo in contesti urbani, procedendo alla sostituzione di almeno mille alberi ogni anno”.
E’ quanto afferma Francesco Mati, presidente nazionale del settore florovivaistico di Confagricoltura all’indomani della strage di piante che ha colpito Firenze.
Spiega Mati: “Gli alberi che crescono dentro la città sono molto più fragili rispetto a quelli che crescono in aperta campagna e, dopo 50 anni di vita, devono essere sostituiti”. In primis c’è un problema di sicurezza. “Una pianta con età vetusta che cresce tra asfalto, fognature e tubature, subisce tutta una serie di danni che portano inevitabilmente l’albero ad essere più esposto all’attacco di parassiti e ad avere una minore capacità di ancoraggio nelle radici – ha aggiunto Mati - motivo per cui sono caduti i tantissimi alberi nella zona sud di Firenze”.
Non solo sicurezza. Aggiunge Mati: “La sostituzione degli alberi più vecchi, anche se può sembrar strano, è importante anche da un punto di vista ambientale perché le piante vetuste, oltre a non riuscire più ad assorbire acqua, non apportano più benefici all’ambiente in quanto non riescono più ad assorbire anidride carbonica, anzi spesso la producono andando a contaminare ulteriormente l’atmosfera”.
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