"Non pensavo che con un calcio alla testa potessi ucciderlo". Si è difeso così il ceceno Rassoul Bissoultanov nel processo davanti al Tribunale di Girona, in Spagna, per l'omicidio di Niccolò Ciatti, il 21enne di Scandicci (Firenze) che venne pestato a morte senza alcun motivo la notte tra l'11 e il 12 agosto 2017 in una discoteca di Lloret de Mar, nota località della Costa Brava. Bissoultanov è accusato di omicidio volontario e rischia una condanna a 24 anni di carcere e 9 di libertà vigilata, come ha richiesto la procura. Imputato nel procedimento anche il suo connazionale Movsar Magomadov, che per il pubblico ministero Victor Pillado non avrebbe avuto responsabilità nell'omicidio, mentre i legali della famiglia Ciatti lo ritengono altrettanto colpevole. Per la difesa di Bissoultanov si trattò di un omicidio preterintenzionale, mentre l'accusa contesta l'omicidio volontario. Il ceceno nel corso della sua deposizione ha ribadito che non aveva intenzione di uccidere. Bissoultanov ha chiesto perdono ai genitori di Niccolò Ciatti i quali sono però rimasti impassibili durante l'udienza. Prima dell'imputato la giuria popolare aveva ascoltato i tecnici della polizia che avevano evidenziato come il calcio letale per il giovane di Scandicci era stato assestato in modo definito professionale da una persona conoscitrice di tecniche di lotta, e non in modo casuale. Secondo quanto ricostruito durante le indagini, Bissolultanov, esperto di arti marziali, in particolare del tipo di lotta chiamata Mma, la notte tra l'11 e il 12 agosto del 2017, sulla pista da ballo della discoteca St Trop, insieme a due connazionali, improvvisamente prese di mira Niccolò Ciatti, che stava trascorrendo con i suoi amici l'ultima serata della vacanza in Costa Brava. Così iniziò il pestaggio mortale. Bissoultanov, poco più grande di Niccolò, sferrò un violentissimo calcio alla testa del ragazzo di Scandicci, che non si rialzò più. Morì in ospedale alcune ore dopo. Anche Magomadov avrebbe preso parte al pestaggio, e alcuni video girati dai presenti in discoteca e le testimonianze degli amici di Niccolò lo confermerebbero.
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