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Stamani

Inserimenti lavorativi dei soggetti svantaggiati, firmato in Palazzo Vecchio il protocollo d’intesa

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

Comune di Firenze, Università e Federsolidarietà-Confcooperative Toscana, Legacoopsociali-Legacoop Toscana, l’Associazione Generale Cooperative Italiane (AGCI) Toscana uniti per offrire un’opportunità vera di lavoro a persone in situazione di disagio socio-economico.

È quanto prevede il protocollo d’intesa firmato stamani a Palazzo Vecchio dal sindaco Dario Nardella, dal rettore dell’Ateneo fiorentino Luigi Dei e dai rappresentanti delle leghe delle cooperative B.

Il protocollo prevede che negli appalti del Comune e delle sue partecipate una quota pari al 5% di inserimenti lavorativi venga riservata alle cooperative sociali di tipo B. Al 31 dicembre 2017, nella provincia di Firenze, erano 1050 le persone che lavorano nelle 32 cooperative di tipo B, che hanno registrato un fatturato di 26 milioni di euro. Di questi 1050 occupati 320 sono persone svantaggiate e 92 sono inserimenti socio-terapeutici.

La firma è avvenuta nell’ambito dell’iniziativa dal titolo ‘Prospettive e sviluppi delle politiche inclusive’, che si è tenuta in Sala d’Arme e alla quale hanno partecipato il sindaco, l’assessore al Welfare Sara Funaro, il rettore, la professoressa Laura Leonardi del Dipartimento di Scienze politiche e sociali, che ha parlato del lavoro come strumento di inclusione sociale, il presidente regionale Federsolidarietà-Confcooperative Fabio Palmieri, il presidente di Agci Toscana Federico Pericoli e il vicepresidente di Legacoop Toscana Marco Paolicchi che sono intervenuti sul tema ‘Cooperazione sociale e lavoro: per trasformare svantaggi e fragilità in opportunità’.

Il dibattito, che si è aperto con la presentazione delle attività delle Cooperative sociali (‘La buona cooperazione tra pubblico e privato per le politiche socio-occupazionali dell’area fiorentina’) è stato moderato dal direttore di Toscana 24 - Il Sole24Ore Cesare Peruzzi.

“Giustizia sociale e inclusione sociale vanno di pari passo col tema del lavoro - ha detto il sindaco Nardella -, che rimane l’unica strada per consentire alle persone di partecipare attivamente con i propri desideri, competenze, identità e aspettative alla vita della collettività. L’incontro di oggi è estremamente importante perché propone un modello innovativo di cooperazione istituzionale: la cooperazione nella cooperazione. Soggetti pubblici, del privato sociale e rappresentanti del mondo delle cooperative si uniscono insieme per definire i modelli concreti di inclusione sociale - ha spiegato -, che partono dalla leva del lavoro per le persone svantaggiate e della cosiddetta fascia grigia, che è tanto più ampia quanto più si allarga la forbice tra fasce abbienti e povere. Con il protocollo che abbiamo firmato oggi cerchiamo di dare una nuova risposta ai soggetti fragili e alle categorie protette senza lavoro affinché ritrovino una loro autonomia e dignità”.

“Quella di oggi è una iniziativa importante nell’ambito della quale si dà grande attenzione al tema del lavoro come inclusione sociale - ha detto l’assessore Funaro -. La firma del protocollo tra Comune, Università e le leghe delle cooperative, per inserire negli appalti del Comune e delle sue partecipate ambiti riservati a questo tipo di cooperative, è un altro modo per aiutare i cittadini più fragili che sono in difficoltà. Questo protocollo - ha spiegato l’assessore - contribuisce a far progredire la nostra azione amministrativa a sostegno dei soggetti fragili a ritrovare la propria autonomia e dignità. I due pilastri per l’autonomia delle persone sono, infatti, proprio il lavoro e la casa e su di essi dobbiamo continuare a lavorare in maniera seria e forte”.

La firma del protocollo è coincisa con la costituzione del tavolo di coordinamento, guidato dall’assessorato al Welfare, al quale partecipano tutti i soggetti firmatari, i quali condividono la necessità che la tutela delle condizioni di svantaggio sia oggetto di una politica di incentivazione dell’intero sistema, non più settoriale, in modo da includere al contempo, sia la tutela sociale delle persone svantaggiate che la tutela dei livelli occupazionali. Il tavolo ha la funzione di elaborare, sulla base sulla base del programma biennale per l’acquisizione di beni e servizi approvato dal Comune, proposte e procedure specifiche, promuovere, vigilare e monitorare l’attività in atto, nonché l’entità degli affidamenti annuali di beni e servizi e l’efficacia degli interventi programmati, avendo cura di mantenere ed incrementare gli attuali livelli occupazionali.

Il Comune ritiene opportuno infatti promuovere un modello di welfare che contribuisce alla tutela dei livelli occupazionali e all’integrazione sociale anche attraverso l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, mentre l’Università, come si legge nel protocollo, “ritiene di poter utilmente contribuire agli impegni assunti dalla Regione Toscana e dal Comune di Firenze in materia di inclusione sociale dei soggetti svantaggiati elaborando una propria offerta di opportunità di integrazione, basata su strategie di acquisto di beni e servizi, anche professionalmente qualificati che sono orientate a dare soddisfazione al bisogni di inserimento di soggetti più fragili”.

Tre gli obiettivi del tavolo: disciplinare le linee guida per l’applicazione di una quota pari al 5% dell’importo degli appalti di servizi da riservare all’incentivazione degli inserimenti lavorativi delle persone svantaggiate o disabili; definire le aree merceologiche, ovvero i settori lavorativi, compatibili con l’applicazione del protocollo e le procedure (clausole tipo, griglie di valutazione e così via) da inserire negli atti di gara, che valorizzino l’inclusione lavorativa delle persone svantaggiate, in particolare di quelle in carico ai Servizi sociale del Comune.

L’obiettivo del protocollo, che ha validità di 5 anni ed è rinnovabile per altri 5, è attuare forme di intervento finalizzate allo svolgimento di azioni per la valorizzazione in ambito cooperativo delle persone svantaggiate, la tutela dei livelli occupazionali e di inclusione sociale di tali soggetti e promuovere i rapporti tra le istituzioni pubbliche e la cooperazione sociale di tipo B, quella che si occupa della gestione di attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate nei settori dell’industria, del commercio, dei servizi e dell’agricoltura.

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