Il sindaco rottamatore, simbolo della nuova politica, cade nella trappola tesagli da Santoro nell'ultima trasmissione di Servizio Pubblico. Dopo l'intervista mandata in onda del senatore Pd Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, che rivela di aver finanziato le attività fiorentine, Renzi prende la cornetta e interviene in diretta.
Sancta Sanctorum, subito lo infilza "c'è Renzi che vuole intervenire, l'abbiamo invitato più volte ma non è mai venuto: ora è al telefono, speriamo che non faccia come Berlusconi". Il primo cittadino di Firenze, sbandiera ai quattro venti la sua onestà, ma il conduttore dopo averlo fatto sfogare, spiega al sindaco che il problema è politico, contro di lui non c'è nulla, ma se vuole fare il leader del centrosinistra, non può semplicemente dissociarsi, "non ci può essere - spiega Santoro - un dirigente che è serio ed un'organizzazione che non lo è. Sono tutti buoni personalmente ma il partito non lo è", chiosa l'ex eurodeputato del Pd.
Il rottamatore non è il solito, l'anchorman lo surclassa, la sua forma forse è provata dalla safety car montiana, che lo ha relegato nelle vecchie mura di Palazzo Vecchio, precludendogli, almeno per il momento, la scena nazionale. Per dare forza al suo discorso, il sindaco ricorre ad espressioni colorite, si dice per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ma non nega di aver chiesto soldi alla Margherita, "non c'era niente di illecito, ma non me li hanno dati". Appunto, anche se i soldi di Lusi fossero arrivati al rottamatore, Renzi non avrebbe commesso nessun reato.
Resta il fatto dell'esistenza di tre fatture pagate a due società fiorentine dal famigerato tesoriere per circa 120.000 euro, risalenti al 2009, anno delle primarie a Firenze. Due delle quali versate alla Web and Press, la società che edita il giornale Tabloid, diretto in passato da Marco Agnoletti, portavoce del sindaco. Su tutte e tre le fatture appare la scritta Renzi, ma nemmeno questo prova niente, come afferma Maurizio Belpietro in trasmissione.
Prima di chiudere il collegamento, l'inquilino di Palazzo Vecchio, ribadisce il suo essere per l'abolizione tout court del finanziamento pubblico ai partiti. Santoro prende la palla al balzo, "lo vada a dire al Pd".
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